La Ternana sta volando alto e non intende commettere errori. Nell’ultima giornata i rossoverdi hanno battuto la Paganese, ma la prestazione della squadra non è piaciuta a Cristiano Lucarelli, che adesso vuole che i suoi giocatori diano il massimo nel turno infrasettimanale in casa del Palermo. Il tecnico, in un’intervista alla Repubblica, ha svelato ciò che chiede alla sua compagine.
“La palla dev’essere nostra, è un dogma. E nei rari momenti in cui ce l’hanno gli altri, noi si aggredisce. Faticoso ma elettrizzante. Chi è contento mentre fa una cosa, la farà meglio. Poi, è chiaro che contano i ragazzi. Come dice il maestro Mazzarri, gli schemi sono importanti ma con i giocatori bravi vengono meglio. I tifosi più vecchi mi ripetono che non si divertivano così dai tempi di Viciani, anni Settanta. Per essere chiari: se al 90’ stiamo pareggiando una partita che si era messa male, io voglio comunque vincerla nei minuti di recupero, com’è successo per esempio ad Avellino. E di uno zero a zero difensivo – sottolinea Lucarelli – non voglio neppure sentir parlare per scherzo. Con i giocatori sorrido, e quando non basta li martello. Ma ho ragazzi che dopo dieci anni ancora mi chiamano per un consiglio o per dirmi buon compleanno. Sanno che posso sbagliare ma non mentire. Allenare è molto più difficile che giocare e paghi solo tu, solo tu sei davvero precario”.
E ripensando al passato, tuttavia, ammette di avere pagato le sue idee politiche: “Io lottavo per il pane, non per il filetto. Ho segnato 240 gol ovunque e a chiunque, sono stato capocannoniere ma tutto è stato sottovalutato rispetto ai miei ideali politici, che pure porterò nella tomba. Non è giusto. Quando mostrai il Che, avevo vent’anni. Ora ne ho 45 e sono quasi nonno. Anche da allenatore. E quando giocavo, perdevo sempre i ballottaggi. Lucarelli o Bojinov alla Juve? Bojinov! Lucarelli o Toni alla Roma? Toni! Idem in Nazionale. Passavo per essere l’esaurito militante rivoluzionario che, naturalmente, non sono mai stato”.
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