Il calcio a Terni nasce nei primi anni del XX secolo, quando un gruppo di giovani studenti si riunisce settimanalmente, per sfidare alcune compagini dell’hinterland umbro. Nell’estate del 1945 si tenta la ricostruzione, e la società, che nel frattempo riassume definitivamente la denominazione di Ternana, viene ripescata in Serie B dopo aver ben figurato nella stagione 1945-46. Nel 1946-47 la squadra manca la Serie A di un soffio, preceduta in classifica solo dalla Salernitana di Gipo Viani, mentre l’anno successivo si vede retrocedere in Serie C in seguito alla riduzione dei quadri per il torneo cadetto. Nella stagione seguente, la Ternana sfiora la Serie B, che arriverà finalmente il 23 giugno del 1968.
Seguiranno 4 anni di gavetta tra i cadetti, e in una di queste stagioni la squadra sarà guidata, sotto la presidenza di Giorgio Taddei, da Luis Vinicio, che iniziava allora la sua carriera di allenatore, prima della storica ascesa alla massima serie, ottenuta con la netta vittoria sul Novara (3-1) il 18 giugno 1972, che spalanca ai rossoverdi le porte della Serie A, storico traguardo mai raggiunto fino ad allora da nessuna squadra dell’Umbria.
L’epoca di Viciani
I meriti del prestigioso risultato, oltre ai 18 atleti che compongono l’organico, sono principalmente da attribuire al credo tattico del tecnico Viciani – teorico di quel gioco corto che, basandosi sul possesso palla, sul pressing alto e sul continuo scambio di fraseggi e sovrapposizioni tra gli undici della squadra, ubriaca gli avversari e manda in tripudio un’intera città. Nel panorama calcistico nazionale dei primi anni 1970, ancora dominato dai lanci lunghi e dal contropiede, la Ternana è uno dei primi club italiani a proporre con successo questo moderno sistema tattico, figlio del calcio totale in quel periodo ai suoi massimi livelli.
Viciani fece di necessità virtù, con una squadra di “gregari” in una città operaia per antonomasia. Nel campionato 2005-06 la Ternana retrocede in Serie C1. Nel 2011 la Ternana retrocede in Lega Pro Seconda Divisione, ma viene ripescata in Prima Divisione e nel 2012 vice il campionato di Serie C e risale fra i cadetti. Il 12 maggio 2018, dopo 6 salvezze consecutive, però retrocede in Serie C perdendo a Vercelli per 2-1.
Fuori per mano del Bari
La scorsa stagione arriva ai playoff ma ai quarti di finale, dopo aver battuto Avellino, Catania e Monopoli, incappando nel Bari che infrange così i sogni di gloria.
Orbene, mercoledì 3 febbraio alle 15 al “Barbera” arriva questa compagine rullo compressore del girone C. I numeri sono impressionanti: guida la classifica con 52 punti (11 in più del Bari secondo), frutto di 16 vittorie (8 in trasferta) e 4 pareggi, realizzando ben 50 reti e subendone solo 13 (0,65 a partita). Marcatori con 10 reti a testa, Partipilo e Falletti… Roba da far tremare i polsi. Non sto nemmeno qui ad elencarvi cosa può opporre il Palermo (lascio a voi questo compito ingrato).
La ragione impone una sola considerazione. Mercoledì non può esserci partita visto l’enorme divario fra le due squadre; il cuore invece si aggrappa al risultato dell’andata che ha visto il Palermo fra le pochissime squadre che hanno strappato un punto agli umbri sul proprio terreno. Ma è anche vero che eravamo solo all’inizio del campionato e sempre il cuore spera in una impennata di orgoglio dei nostri eroi. Resta purtroppo solo una speranza del vecchio ed inguaribile cuore rosanero viste le prestazioni a dir poco deludenti di squadra ma chissà… hai visto mai! Sempre e comunque… forza Palermo.
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