In Serie C serve una riforma urgente. È questa l’idea di Beppe Sannino, che dopo la fine dell’avventura sulla panchina degli ungheresi dell’Honved (profondamente condizionata dalla pandemia di Covid-19) è rimasto ai box, nonostante la pluriennale esperienza. Da lontano continua ad ogni modo a seguire il calcio italiano e dice la sua ai microfoni di TMW.
“La Serie C non è la B e neppure la A. Ci sono costi e non ricavi, chi entra sa che deve spendere e basta. Nessuno vuole questa categoria. Se si spende senza centrare la promozione, appannaggio per pochi, si va solo in debito. Credo sia arrivato il momento di riformare, anche perché spesso si da del professionismo con club che con il professionismo non hanno niente a che fare. Situazioni come capitata questo anno a Trapani non si possono più vedere. In categoria deve starci solo chi ha da subito reali possibilità. Occorrerebbe forse ridurre il numero delle società, anche se capisco che si va a togliere posti di lavoro, ma se si sta nel professionismo bisogna vivere da professionisti e no sul filo del rasoio. Pensiamo alle strutture. Possibile vedere nel professionismo stadi scalcinati? Anche questo deve essere un deterrente, se vuoi fare il professionista devi avere delle strutture. Una riforma è urgente, i subdoli meccanismi che spesso si innescano vanno evitati, ma non sta a me dire come: anche se il calcio estero — sottolinea Sannino — potrebbe essere di esempio“.
Poche ore fa l’allenatore ex Palermo è stato accostato al Potenza, che ha esonerato il tecnico Ezio Capuano. Tuttavia, Beppe Sannino allontana qualsiasi voce: “Non c’è stato niente, il club ha fatto altre scelte”.
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