Palermo, se pareggi non serve. Vale solo per non retrocedere
Studiando gli ultimi risultati della squadra rosanero ci accorgiamo che è stata colpita da pareggite, cioè 3 pareggi consecutivi nelle ultime 3 partite e questo non va bene.
Se allarghiamo l’orizzonte anche a qualche giornata precedente, ci accorgiamo che in 7 partite sono stati raccolti soltanto 8 punti, praticamente 1,14 a partita, e questo non è certamente un ritmo che può tenere una squadra che deve recuperare. Tutt’altro.
Palermo – Un punto a partita serve soltanto a garantirsi una tranquilla salvezza considerando infatti che mancano 15 giornate alla fine del campionato, sommati agli attuali 27 garantirebbero alla squadra il raggiungimento di 42 punti che negli ultimi anni sono stati un bottino che ha consentito la salvezza. Non sempre, però il più delle volte. Dunque bisogna invertire la tendenza e non accontentarsi più del famoso detto “Se capisci di non poterla vincere, l’importante è non perderla“. Questo tipo di filosofia ormai non è più funzionale, cioè non serve più.
Perché il Palermo purtroppo con il cammino fin qui avuto, deve recuperare tantissimo e dunque deve rischiare perché il punticino a partita ha consentito a diverse squadre di avvicinarsi, alla Virtus Francavilla di scavalcare e ad Avellino e Catania di allungare. Quindi è ora di osare, a cominciare dalla gara di Avellino dove i rosanero incontrano una diretta avversaria per le posizioni nobili della classifica. Batterla sul proprio campo significherebbe non solo pareggiare i conti con l’andata e mettere a posto gli scontri diretti, ma anche recuperare 3 degli 11 punti che separano adesso il Palermo dal terzo posto, obiettivo difficilissimo da raggiungere ma che potrebbe diventare meno complicato vincendo al Partenio di Avellino.
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