Bari e Palermo: ai tifosi non si può dire pazientate
Anche alle “grandi” serve un po’ di fortuna.
L’articolo si focalizza su una verità incontrovertibile: se porti il nome di una piazza importante, blasonata e con diversi campionati di A o hai avuto in rosa autentici fuoriclasse, la tolleranza dei tifosi si abbassa. La pazienza non è la stessa che si può avere in piazze meno importanti: le storie di Bari e Palermo dunque si somigliano. Il Bari va incontro al secondo fallimento, ma può sopportarlo la gestione De Laurentiis? E può il presidente Mirri sopportare un campionato così mediocre e anonimo?
Bari e Palermo, accomunate da cambiamenti in vista: cambio in panchina in Puglia, società in vendita a Palermo. Bari e Palermo rappresentano un patrimonio del calcio italiano ripartite dai dilettanti per i disastri finanziari combinati in precedenza; ma a Bari e Palermo non si può chiedere ai tifosi di pazientare, basandosi solo sull’esser tornati tra i professionisti solo da poco. Le dirigenze però meriterebbero comprensione: quando a Bari si cambia allenatore o a Palermo si mette in vendita il club, c’è da parte della dirigenza la precisa volontà di superare i momenti difficili. Il Bari, ormai lontano dalla promozione diretta, può vincere i playoff magari ricorrendo a qualche svincolato.
A Palermo, Mirri va premiato per le intenzioni ma adesso va aiutato soprattutto perché onestamente ammette di non poter contare solo sulle proprie forze per sopportare la sfida economica. E questa strada è l’esatto contrario di chi lo ha preceduto e fatto precipitare il club. Due big, Palermo e Bari, che possono tornare grandi ma hanno bisogno di aiuto e di un po’ di fortuna.
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