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Palermo-Catanzaro 1-2: cosa si può rimproverare? Nasce la “Lucca-dipendenza”

Sotto il sole luminoso del Barbera e sulla superficie di un manto erboso da serie A, Palermo-Catanzaro è stata, almeno nel corso della prima frazione di gioco, la partita dell’equilibrio. Una fase di studio nei primi 10 minuti, prima che fossero i calabresi a prendere di più in mano il pallino del gioco e impegnare Pelagotti al 15′. Ma il primo tempo si è giocato comunque a sprazzi e senza un vero dominatore. Un occasione per parte, prima che Verna rompesse gli equilibri in uno dei tanti momenti di sbandamento della difesa rosanero.

Errore compreso nel prezzo, il “classico”

Un errore di reparto, uno di quelli che Boscaglia mette nel conto del “menù” come rischio legittimo di un gioco dominante. Insomma uno svarione e una mancanza di equilibrio che alla fine ha permesso al centrocampista giallorosso di inserirsi e di battere Pelagotti, questa volta incolpevole. Poi è arrivata la buona reazione, non molto ordinata a dire il vero, da parte dei padroni di casa che alla fine raccolgono il frutto di tanta spinta emotiva attraverso il destro magico di Floriano, che si infila dolce sotto l’incrocio dei pali. E pensare, che fino a quel momento l’ex esterno del Bari non era mai entrato nel vivo del gioco.

Primo tempo piacevole, torna il “cannocchiale”

Un primo tempo comunque piacevole e atipico per certi versi, con il Palermo che ha preferito far giocare di più gli ospiti coi suoi difensori, piuttosto che adottare un pressing intenso. Ci si aspettava comunque una voglia diversa fin dai primi minuti di gioco da parte dei ragazzi di Boscaglia, che alla fine rientrano negli spogliatoi sul risultato di 1-1 non foss’altro per la perla di Floriano che alla fine ritorna a mostrare il suo “cannocchiale”. per il resto poche occasioni e un gioco non velocissimo. Forse il rammarico più grande è quello di non aver messo così tanti cross in mezzo, o meglio, di non averne messi con troppa qualità: sempre lenti, leggibili e poco pericolosi, eccezion fatta per quei due colpi di testa di Lucca che hanno cretao più di un brivido alla porta di Di Gennaro. Crossare con più precisione, significherebbe comunque generare la stessa pericolosità di un rigore o di un calcio di punizione dal limite, visto che anche il Catanzaro sembra far fatica a contenere il gigante ex Torino, letteralmente dominatore delle palle alte.

Spettacolo nel secondo tempo

Il secondo tempo da spazio ad un susseguirsi di emozioni da una parte e dall’altra e la partita, già piacevole, diventa spettacolare. Prima Santana calcia verso la porta forte ma centrale, poi illumina per Lucca che da solo indisturbato non riesce a colpire di testa. Al 59′ è il Catanzaro a sfiorare il gol su un traversone bellissimo di Di Massimo, sul quale Curiale non riesce a trovare lo specchio della porta. Ancora occasione Palermo, questa volta sugli sviluppi di calcio d’angolo è Marconi a non riuscire a trovare la zampata vincente da pochi passi. Il secondo tempo è una ventata di emozioni, con entrambe le squadre che hanno dato fin dall’inizio la sensazione di poterla vincere.

Martinelli rovina il Palermo

Con più fame i padroni di casa, che negli ultimi 20 minuti operano una rivoluzione in attacco combiando gli esterni e facendo entrare Silipo e Rauti, per Santana e Kanoutè. Il modulo, cambiato anch’esso, è un 4-2-3-1 molto più offensivo che alla fine non sortisce però gli effetti sperati. Martinelli rovina un’ottima prestazione del Palermo e allontana di tutto: convinzione, 4° posto e consapevolezza, quella che ultimamente si stava un po’ ritrovando.

Ritornano gli incubi, la beffa è servita

Ritorna, così, l’incubo della poca lucidità sottoporta. Insieme a questo fattore, nasce invece la difficoltà di far punti senza i gol di Lorenzo lucca, oggi impalpabile e senza troppe occasioni a sua disposizione per incidere. La beffa è servita e il Palermo, concedendo una punizione dai 25 metri, rovina una prestazione comunque positiva, allontana il 4° posto e mette nuovamente a serio rischio la zona playoff. Il tutto viene rovinato dall’espulsione di Saraniti che entra e di peggio non potrebbe fare, oltre alle due occasioni sul finale.

La sconfitta allontana, ma non ridimensiona obiettivi

Ma è una sconfitta che allontana, ma non ridimensiona, praticamente nulla. Oggi è beffa, nient’altro. Boscaglia paga il suo stile di gioco, bello per carità, ma vanificato dalla scarsa concretezza che ogni tanto riaffora nel capoluogo. E così poi chi non fa gol viene punito senza pietà, su una palla inattiva, dal nulla. Questo è il calcio, ma la prestazione c’è stata, forse addirittura una delle migliori, sopratutto nel secondo tempo. Il 4° deve restare un obiettivo, anche se adesso lontano, forse troppo.