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Palermo, addio a 4° e 5° posizione? Ma il colpevole non è Boscaglia…

Boscaglia Palermo

Quando alla porta del Palermo bussa l’occasione per una svolta, i rosanero non rispondono praticamente mai. Ieri, contro il Catanzaro 4° in classifica e dopo due vittorie consecutive, era la chance per svoltare la stagione, per avvicinarsi alle posizioni di vertice e infine per aumentare davvero la consapevolezza di questa squadra. Forse si sente una pressione particolare, o forse, anche quando la squadra riesce per due settimane di fila a prendere il bottino pieno, poi emergono sempre quei limiti che provengono forse da strategie sbagliate di mercato, estivo o invernale che siano.

Si toppa sempre il vero appuntamento

I ragazzi di Boscaglia riescono a vincere due gare consecutive per scacciare critiche e fantasmi, per poi rifiondarsi nel limbo della mediocrità. E’ questa la dinamica che ha accompagnato da sempre la stagione del club di viale del fante. Quando finalmente arriva il giorno in cui si potrebbe dare davvero un forte segnale, si toppa clamorosamente. E non si capisce se questo è un caso, oppure no. L’unico aspetto certo è che non è la prima volta che capita qualcosa del genere.

A parte ieri, infatti, almeno in altre due occasioni la squadra siciliana poteva dare un senso diverso al campionato e non ci è riuscita. Ci riferiamo alla partita contro la Virtus Francavilla del 17 gennaio, persa clamorosamente  1-2 in casa e al match contro il Foggia perso per 2-0 dopo due vittorie di fila contro Paganese e Monopoli. Nel primo caso, l’obiettivo era chiudere il girone d’andata nel migliore dei modi, dopo il trionfo sul finale contro la Cavese. Era una partita che poteva risollevare morale e classifica e invece, si è ritornati sempre nel limbo della mediocrità. Contro il Foggia, una terza vittoria consecutiva avrebbe significato moltissimo, in un campo difficile, e avrebbe dato la possibilità a Boscaglia e staff di avvicinarsi minacciosamente al 4° posto. Invece nessuna risposta.

Addio 4° e 5° posizione?

E adesso, così facendo, proprio quella posizione tanto desiderata, proprio perchè porterebbe vantaggi significativi in ottica playoff (come quella di andare diretti alla fase nazionale), si sta allontanando forse in maniera definitiva. Sono ormai 8 i punti dal 4° posto, potenzialmente 11 addirittura se il Catania dovesse vincere il suo recupero e diventare così la 4° forza del campionato (considerando che ha già riposato). Sarebbero ben 10 quelli dal 5° posto, se i giallorossi, ieri trionfanti al Barbera, vincessero la loro gara proprio quando i rosanero riposeranno (anche i calabresi hanno già riposato). Insomma una classifica che comincia a farsi buia, anche nei momenti in cui si sarebbe meritata qualcosina in più. Ma il calcio è questo e adesso sembra pure essersi aperta una Lucca-dipendenza, visto che da un po’ di giornate se il bomber ex Toro non segna, il Palermo non vince.

Inesperienza e disabitudine le parole chiave

Chiedersi il perchè delle sconfitte, non è molto utile in questa fase della stagione; meglio pensare subito alla prossima partita, visto che non c’è proprio il tempo di scoraggiarsi. D’altro canto, qual è il motivo del k.o. arrivato ieri pomeriggio? Tanta sfortuna sicuramente, ma anche poca fame in alcune situazioni, insieme a molta inesperienza. A proposito, proprio De Rose, il giocatore esperto arrivato a gennaio per colmare in parte questo aspetto, ieri ha commesso il fallo che poi ha portato al 2-1 definitivo, in un momento in cui la sua squadra attaccava e sembrava pure più in palla dell’avversario, questo ormai sulle gambe. Eppure, sono tutti errori che descrivono la disabitudine a giocare in una categoria come questa. 

Boscaglia incolpevole, il Palermo non sa “rubare” le partite

Una cosa è chiara: a Boscaglia si può rimproverar poco. Il tecnico di Gela ha portato un’idea di gioco, di calcio propositivo che i giocatori seguono. Inutile dire se questa strada poi sia giusta o sbagliata, sarebbe troppo facile adesso che si naviga in 9° posizione, sarebbe semplice dar manforte o sponsorizzare il gioco sporco e di contropiede. Certo è che quella dell’allenatore siciliano è l’idea più bella, di come il calcio si possa intendere, tra i suoi mille modi e sfumature. Se sia funzionale? Forse si, visto che ci sono almeno 4 o 5 palle gol a partita, che poi però non vengono capitalizzate. E’ un problema di testa, ma anche di avversario. In una situazione di classifica migliore, anche il Palermo sarebbe stato in grado di vincere come il Catanzaro ieri pomeriggio: giocando peggio degli avversari e portando a casa il massimo. In questo momento la testa è tutto: gravita nella sfera psicologica una classifica deficitaria, che non permette di rispondere quando bussa l’occasione della svolta e di vincere una partita “rubandola” con malizia.

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