Contro il Catanzaro, il Palermo ha rimediato domenica scorsa l’ennesimo risultato negativo contro una squadra più avanti in termini di classifica. Il mister rosanero, Roberto Boscaglia, non ha voluto però dare una spiegazione razionale di un fatto ripetutosi già diverse volte durante la stagione. Queste le sue parole nel corso della conferenza post-Catanzaro: “Il fatto che non vinciamo contro chi ci precede in classifica lo vedo più come una casualità che altro“.
Palermo mai vincente contro le big: perché?
Pertanto, secondo mister Boscaglia, il Palermo non avrebbe mai battuto una squadra con più punti in classifica soltanto per pura casualità. Eppure, le casualità non accadono ben 11 volte su 12. Tra le squadre con più punti, il Palermo ha infatti superato soltanto la Juve Stabia (1 a 2 in terra campana). Parliamo per giunta di una compagine, quella gialloblù, che non staziona certo ai vertici della classifica, ma che è invece ottava con un solo punto in più nei confronti dei rosa (34 contro i 33 del Palermo). La squadra di Boscaglia è poi incappata in 6 pareggi e 5 sconfitte. Tutto sembrerebbe fuorché una casualità ed è quindi opportuno comprendere le ragioni del perché il Palermo abbia saputo vincere soltanto contro squadre di medio-bassa classifica.
Una ragione, decisamente ovvia e scontata, potrebbe essere data dal tasso tecnico della rosa, forse non ancora adeguatissimo ad affrontare sfide di più alto livello. Tuttavia, il Palermo ha disputato due delle sue migliori prestazioni contro la Ternana, vera schiacciasassi del girone C. Certamente, contro i rossoverdi, avrà inciso il fattore motivazionale che spinge da sé una squadra a dare anche più del 100%. Eppure, anche sul piano tecnico i rosa si erano ben difesi, soffrendo soltanto l’individualità di un vero fuori-categoria come Falletti.
Palermo, il minimo dettaglio può fare la differenza
D’altro lato, contro squadre più blasonate, il Palermo ha pagato a caro prezzo alcune gravi disattenzioni difensive e non. Se contro il Bisceglie, per intenderci, la leggerezza di Crivello che ha perso un pallone in uscita non ha provocato conseguenze gravi, l’errore di marcatura di Palazzi e Luperini su Martinelli del Catanzaro ha invece comportato la rete del vantaggio dei calabresi. Contro le grandi squadre, in campo professionistico, anche il minimo dettaglio può fare la differenza. Il Palermo è spesso mancato sotto questo punto di vista, anche sul piano offensivo. Se Broh avesse spinto in porta di testa quel pallone contro la Ternana, avremmo forse parlato di un finale diverso.
Altri problemi sembrano invece venire da sé. Avevamo già accennato allo scarso cinismo degli uomini di Boscaglia. Bomber Lucca si è sbloccato solo nelle ultime settimane ed è l’unico elemento capace di andare a segno con continuità. Esterni e centrocampisti non trovano infatti praticamente mai la via del gol, tranne forse Luperini e Rauti a quota tre reti. Invece il Catanzaro, tanto per intenderci, ha sbloccato domenica la partita con l’inserimento di Verna a tagliare il campo per vie centrali. I centrocampisti del Palermo non hanno mai eseguito un movimento del genere, ma agiscono soltanto da colpitori di testa o con tiri da fuori.
Palermo, tante formazioni diverse: il fattore tattico incide?
Poi, ancora, vengono il fattore fisico e la scarsa capacità di leggere certi momenti della partita. Talora il Palermo, anche con grande intraprendenza e coraggio, ha spinto con veemenza per trovare la via del gol. La squadra ha però concesso diversi spazi in contropiede (come contro il Catanzaro o la Turris, che ha però perso diversi punti nel girone di ritorno). Con il passare del tempo, ed è per esempio accaduto contro la Ternana sia all’andata che al ritorno, il Palermo ha accusato il colpo dello sforzo profuso, soffrendo il rinvenire degli avversari soprattutto negli ultimi 20′ di gara. C’è anche da dire che il Palermo annovera tra i suoi calciatori più tecnici (Martin, Floriano, Santana), elementi che non sembrano avere i 90 minuti sulle gambe. Quando vanno a corto di energie, ne può soffrire tutta la squadra.
Infine, immancabilmente, la questione tattica e identitaria della squadra di Boscaglia. Contro il Catanzaro, il Palermo è sceso in campo con un centrocampo inedito a causa dell’assenza di Odjer. Boscaglia si è quindi giocato la carta “qualità”, come richiesto a dire il vero anche dalla piazza, optando per Santana mezzala in luogo di Broh. Tuttavia, l’ennesimo esperimento di stagione, seppur comprensibilissimo stavolta, non ha reso particolarmente: Santana non sembra più capace di rincorrere l’avversario in fase di ripiegamento. Fare l’interno di centrocampo richiede infatti grandi energie: il 39enne Santana non può più garantire un lavoro del genere. Nasce anche così il primo gol del Catanzaro, con l’italo-argentino che non disturba la corsa di Verna ma lo lascia scorrazzare sul prato del Barbera sino a farlo arrivare in porta.
La prossima grande sfida contro il Catania
Potremmo dare ancora seguito alla disamina, ma i punti in esame ci sembrano già forti abbastanza per affermare che non può trattarsi di sola casualità. Nel calcio, a pensarci bene, ne esistono ben poche e, prima o poi, anche i nodi più intricati vengono al pettine.
Boscaglia deve però sperare che, dopo la delicata sfida di Viterbo, il Palermo possa invertire la sorte battendo il Catania, quinta in classifica, a +6 dai rosa e con una partita in meno. Chissà, spezzare l’incantesimo proprio contro i “cugini” avrebbe un sapore tutto particolare.
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