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Zaccardo svela il retroscena: “Stavo per diventare DS del Palermo”

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Cristian Zaccardo, ex terzino del Palermo e della Nazionale che vinse i Mondiali nel 2006, torna a parlare della sua esperienza siciliana ma non solo. Nel corso di un’intervista rilasciata per nicoloschira.com, l’ex calciatore ripercorre alcune tappe della sua carriera svelando un incredibile retroscena su un suo mancato ritorno a Palermo.

IL RICORDO DEL PALERMO

“Guidolin spinse molto per avermi anche in rosanero. Ho passato 4 anni in rosanero, in Serie A, anni fantastici: lo stadio era sempre pieno, in trasferta si portavano tantissimi tifosi e abbiamo conquistato l’Europa League. Col Palermo ho raggiunto la Nazionale e vinto il Mondiale 2006: al club rosanero devo tanto, e spero che torni in Serie A il più presto possibile”

IL RETROSCENA

“Sarei potuto diventare il direttore sportivo o direttore dell’area tecnica del nuovo Palermo in Serie D, qualora avesse vinto la cordata di Ferrero: poi il tutto non si è concretizzato. Il club è andato a Mirri che ho conosciuto durante una partita delle vecchie glorie del vecchio Palermo contro la squadra che militava in D. Negli anni della mia esperienza a Palermo, e negli anni successivi, in rosanero sono passati grandissimi giocatori. Il club, il presidente Zamparini e il direttore sportivo Rino Foschi stavano facendo un progetto fantastico e hanno portato grandissimi giocatori a Palermo. Dybala, Vazquez, Pastore etc. Non si capisce come si sia potuti passare da quei successi, dai 4 giocatori nell’Italia del Mondiale 2006, al fallimento e alla ripartenza dai dilettanti. Vinsi anche il Fantacalcio della squadra nel 2006”

IL RAPPORTO CON ZAMPARINI

“Zamparini? Gli devo tanto, mi ha portato a Palermo e mi ha lanciato in una squadra che era ambiziosa e aveva un grandissimo progetto. Era un po’ come dottor Jekyll e mister Hyde: un grande imprenditore, molto sereno e tranquillo durante la settimana, che però soffriva tremendamente la sconfitta e quando perdeva il giorno dopo doveva sempre trovare un colpevole. Gli allenatori finivano nel mirino e spesso perdevano il posto: si passava nel giro di due settimane dall’avere un allenatore intoccabile, all’avere un tecnico esonerato”

LA SERIE A

“La miglior stagione della mia carriera è il 2006/07, quello delle retrocessioni di Calciopoli: segnai 5 gol in Serie A e uno in Europa League. Eravamo in Champions League finchè non si è infortunato Amauri, Zamparini forse commise l’errore di non comprare un attaccante e calammo. Le migliori stagioni le ho fatte con Guidolin, l’altra è nell’anno del mio ritorno in Italia a Parma, quella del Mondiale 2010 dove non venni convocato da Lippi: chi andava fuori dall’Italia rischiava di perdere la Nazionale e scelsi di tornare in Italia per la maglia azzurra, sperando in una chiamata. Con Guidolin a Parma feci 5 gol e tre assist, ma non venni convocato purtroppo. Detto questo, a Lippi sarò sempre grato perchè mi ha reso campione del mondo”

LA NAZIONALE

“Il mio primo gol in Nazionale, per di più alla “Favorita” di Palermo, su assist di Grosso che era mio compagno nel Palermo: lui era terzino sinistro e io terzino destro. Un gol importante, che ci qualificò matematicamente al Mondiale 2006. Segnare in Nazionale ti rimane per sempre, ricorderò sempre quel giorno. Avevo esordito contro la Finlandia: in campionato dovevamo giocare contro la Sampdoria e avevo un male cane alla gamba. Ogni volta che dovevo giocare di piatto svenivo, entrai gli ultimi venti minuti per far vedere a Lippi che stavo bene: sapevo che il treno non sarebbe passato due volte. Sono andato in Nazionale, ho provato un dolore tremendo per tutta la settimana, però dovevo assolutamente giocare quella sfida in cui Lippi provò i potenziali “nuovi talenti” per la Nazionale: vincemmo 1-0, giocai tutta la partita e Lippi mi chiamò ancora”

LA SUA TOP 11

“Qui mi fate litigare coi tanti giocatori con cui ho giocato: ho scelto di non allenare per questo, per non dover scegliere e limitarmi a costruire le squadre da ds (ride). 4-2-3-1. In porta Buffon, che preferisco al Donnarumma con cui mi sono allenato mentre era giovanissimo. Io mi schiero sulla destra come nel Fantacalcio di Palermo, centrali Barzagli e Nesta, a sinistra Grosso. De Rossi e Pirlo mediani, Totti-Baggio-Del Piero dietro la punta. Il centravanti è difficile da scegliere, ma dico Dzeko. Tenendo la palla tra i piedi, è una squadra da Champions League: tra qualche anno magari vinceremo i campionati delle leggende, quando smetteranno Gigi e Dzeko (ride)”

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