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L’Italia tra zone rosse ed arancioni: escluse Sicilia, Sardegna e Valle D’Aosta?

Il Governo Draghi studia maggiori restrizioni: l’Italia è destinata a finire tutta in zona rossa nei week-end o in zona arancione, ad eccezione di tre regioni. Sicilia, Sardegna e Valle D’Aosta.

A dirlo le ultime indiscrezioni che passano dalla cabina di regia, e dalle riunioni del Governo, pronto a varare o un nuovo Dpcm o un decreto legge.

Chi invece esprime soddisfazione in queste ore è l’assessore alla Salute della Regione Siciliana, Ruggero Razza, in seguito alla creazione di nuovi hub per i vaccini a Messina:

Gli hub, le vaccinazioni e il personale: vediamo una luce in fondo al tunnel – ha detto Razza -, speriamo che l’arrivo dei vaccini costante nei mesi di Marzo, Aprile e Maggio ci consenta di rispettare la tabella di marcia“.

Ma anche la Sicilia fa i conti con il virus. Sono state istituite infatti cinque nuove zone rosse, che scatteranno da domani, venerdì 12 marzo per 15 giorni. 

Ma la discussione si fa accesa sopratutto a livello nazionale. Si riunirà proprio oggi la cabina di regia del Governo che dovrà decidere quale sia la misura più corretta da adottare, che partirà comunque dalla prossima settimana.

Si è infatti deciso di attendere i numeri del report dell’Istituto Superiore della Sanità e del Ministero della Salute, che usciranno venerdì. “Le decisioni che vogliamo assumere devono essere supportate dai dati più aggiornati possibile“, ha spiegato in serata Roberto Speranza. Il governo Draghi attende i numeri: poi,  da venerdì, dovrà partire la stretta in vista delle festività Pasquali.

Una delle ipotesi che circola con maggior insistenza, quella della zona rossa nei weekend, si è insistito con il ribadire che è una delle ipotesi che si sta valutando.

Come riporta Palermotoday, ecco quali sono le più probabili proposte sul tavolo e sul quale si discute:

  • l’automatismo per far scattare la zona rossa una volta superata l’asticella dei 250 contagi ogni centomila abitanti;
  • una nuova proroga al divieto di spostamento tra le regioni, al momento in scadenza il 27 marzo;
  • una stretta agli spostamenti dai comuni di residenza;
  • il coprifuoco.

In base a quanto già elaborato a Natale si potrebbe riproporre il divieto di spostamento nei festivi e nei pre-festivi, per contenere al massimo i movimenti. Da fonti Ansa c’è chi preme, come il ministro Roberto Speranza, per una chiusura nazionale, e non solo nei weekend, in vista dell’aumento dei contagi.

E chi invece non vorrebbe vedere ulteriormente penalizzati i ristoranti e i bar, così come i negozianti. Il Cts suggerisce inoltre un rafforzamento delle restrizioni anche nelle zone gialle, perché è lì che il contagio può circolare più velocemente.

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