Nacque tutto per gioco. Era la lontana stagione 2004-2005 e gli studi televisivi sentivano l’esigenza di proporre qualcosa di nuovo, certo stravagante, che colpisse d’immediato l’interesse del pubblico. Si butta giù un’idea, immediatamente dopo un’altra, infine il colpo di genio: un reality. L’ennesimo? No, no, un reality…sul calcio. Una roba mai vista, da fare inorridire gli amanti della riservatezza e degli spogliatoi di una volta. Tuttavia, la tv può e già poteva rompere qualsiasi tabù: il progetto “Campioni” ha quindi inizio.
“Campioni”, un reality sul calcio
La trasmissione è inizialmente un flop. Consisteva nel seguire passo dopo passo (a volte letteralmente) la vita di calciatori sconosciuti che avevano superato un provino per entrare nel modestissimo Cervia, squadra ravennate del campionato d’Eccellenza. E a chi poteva mai fregare della vita 24h/24 di “quattro scappati di casa”? Inizialmente infatti non fregava proprio a nessuno. Poi, pian piano, il pubblico inizia ad avvicinarsi e a seguire con un misto di fascino e curiosità le sfuriate del mister, il campione (lui per davvero!) Ciccio Graziani, così come le tante diavolerie proposte dal programma. Per esempio, ve ne raccontiamo una, il pubblico da casa poteva decidere con un sms tre degli undici della prossima domenica: ma è realtà? No, è reality e tutto sommato non era così male.
Il reality è un trionfo e il Cervia sfida la Serie A
Settimana dopo settimana il pubblico cresce. Il reality va in onda su Mediaset e Sky, ed è già un trionfo. Il Cervia intanto vola in testa alla classifica e si appresta alla promozione in Serie D, nonostante diversi miscredenti sospettassero sulla regolarità del campionato macchiata forse dal potere televisivo. Al piatto perfetto mancava però un ultimo ingrediente: abbiamo fatto 30, facciamo 31 insomma. L’ultima, paradossale, sfida alla realtà è quella di far giocare al Cervia amichevoli infrasettimanali contro squadre di Serie A. Ma chi andrebbe mai a seguire un Milan-Cervia giocato di mercoledì a Monza? Più di 30000 spettatori solo allo stadio, ben due milioni da casa alla tivvù. Il progetto va a gonfie vele e partono altre chiamate dirette a Sampdoria, Messina e…Palermo.
Palermo-Cervia, 17 marzo 2005: esattamente 16 anni fa!
In fondo, la proposta era animata da un intento nobile: l’incasso al botteghino di quelle partitelle veniva devoluto tutto quanto in beneficenza. Il direttore sportivo Rino Foschi non vuole così tirarsi indietro e fissa l’appuntamento con il Cervia al 17 marzo 2005, esattamente 16 anni fa. Il Palermo viveva allora un sogno: era in corsa per la Champions League, appena un anno dopo la promozione dalla B. Qualcosa però si inceppa qualche giorno prima dell’amichevole: il 13 marzo, i rosanero ospitano in casa l’Udinese e incassano una sonora batosta per 1-5 con tripletta di David Di Michele.
Il Patron Zamparini è furioso e ha già informato chi di dovere per trovare la miglior destinazione possibile per un ritiro immediato. Foschi e il tecnico Guidolin non sanno come disinnescare l’ira presidenziale ma subentra l’escamotage: c’è da fare l’amichevole con il Cervia. Zamparini non ne sapeva nulla, come ben ci informa un articolo del Giornale di Sicilia del 15 novembre 2016. Il patron disse infatti a posteriori: “Una gara che non avrei mai voluto giocare. Non ne sapevo niente e non l’avrei autorizzata…“.
Palermo, al Barbera si contano 36 mila presenze!
Ma era ormai troppo tardi: Palermo-Cervia è realtà, oltre che reality. I tagliandi hanno certamente prezzi popolari (4-6 euro per le curve, ma la Tribuna Vip ne chiedeva 50!) e lo stadio Barbera è gremito. Alla fine si contano più di 36mila presenze: record annuale di pubblico, più che contro la Juventus. Così la televisione ha vinto un’altra volta.
La partita non ha ovviamente storia. Dopo appena 11 minuti, il Palermo è già sopra di tre reti con il diagonale di Morrone e la doppietta di Brienza. Poi la squadra di Guidolin decide di fermarsi per non umiliare l’avversario e inizia a fare accademia. Tra i due tempi, ricomincia il reality con alcune scenette gustosissime. Dapprima, il pubblico da casa non perdona il portiere D’Innocenzo e ne decide la sostituzione con il secondo. Francesco Gullo intanto, una sorta di eroe e protagonista del programma, viene acclamato dal Barbera con una standing-ovation. Infine si rientra tutti in campo e la squadra di Guidolin completa la pratica con le reti di Zaccardo e del giovanissimo Tripoli, quasi a tempo scaduto.
Diversi tifosi, già fuori dallo stadio, dovettero perdersi il gol del baby Primavera. Poco male in fondo, quantomeno ci si risparmiava un po’ di traffico cittadino. D’altronde quel giorno erano davvero in tanti al Barbera. Merito della piazza e del suo entusiasmo sì, ma un pizzico anche della televisione che sa come trasformare in oro anche i suoi prodotti più strampalati.
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