Il calciomercato è un ambito lavorativo difficile, a volte criptico, oscuro. Fatto di misteri, aneddoti e dettagli che poi possono fare, nella maggior parte dei casi, la fortuna o la sfortuna di una trattativa. Per una virgola, per una bugia, può davvero cambiare tutto. E l’aneddoto che oggi andremo a rispolverare, riguarda proprio un’operazione di calciomercato che ha visto protagonisti due personaggi noti nel mondo rosanero.
protagonisti di un addio
Uno, soltanto di passaggio, corrispondente al nome di Emerson Palmieri, colui che adesso gioca e si diverte con la maglia “blues” del Chelsea di Thomas Tuchel; l’altro, proprietario per un 20ennio che nel bene o nel male ha segnato un’epoca del Palermo Calcio, Maurizio Zamparini. Nel mezzo, agenti e intermediari a fare da cornice di una storia che alla fine non si è conclusa come voleva il club di viale del Fante e probabilmente anche lo stesso giocatore.
Voglia di “riscatto”
Palmieri, venuto a Palermo nell’estate del 2014 dal Santos, firmò in Sicilia con la formula del prestito secco. Avrebbe dovuto fare le valigie un anno dopo, ma l’ormai ex patron rosanero voleva a tutti i costi tenerlo almeno per un’altra stagione rinnovando il prestito e aggiungendo, magari, un diritto di riscatto legato a presenze o gol.
Il TMS rovinò Palmieri
Ma prima di capire come alla fine si concluse quella che sembrava una facile trattativa, bisogna fare un passo indietro e spiegare il concetto di Transfer Matching System. Si tratta di un sistema che permette di perfezionare gli acquisti dall’estero e si basa su una serie di informazioni capaci di localizzare la posizione del calciatore al momento della sua cessione verso un altro club. E bene, questo sistema intelligente non funzionò benissimo nello strano caso di Emerson Palmieri.
La verità sull’addio a Palermo
Il giocatore, brasiliano di nascita e italiano di origini, svolse il ritiro del 2015 con la casacca rosanero, proprio in quei trepidanti momenti nei quali doveva decidersi il suo futuro. Il trasferimento col Palermo, alla fine, saltò perchè nei documenti finali saltavano fuori rateizzazioni e accordi che non combaciavano con quelli pattuiti originariamente. Zamparini concluse così ogni rapporto alla sua maniera: “Non mi interessa che sia forte, non lo prendiamo più”.
Caos Roma, intervenne la FIFA
Ma il bello, arriverà soltanto in un secondo momento. Ceccarelli, agente del giocatore, prova a trovare un accordo con la Roma che voleva a tutti i costi ingaggiare il calciatore, ma c’era un problema: il terzino risultava un tesserato del Santos e in Brasile il mercato terminava a Luglio. Il TMS di cui abbiamo parlato, l’aveva combinata grossa con il club giallorosso che si ritrovò praticamente bloccato. L’errore era stato commesso tra Palermo e Santos e la Roma fù oltremodo danneggiata. Sul caso, intervenne addiruttura la Fifa, oltre ai segretari del club brasiliano e l’agente del calciatore Alessio Ceccarelli. Una lettera, inviata il 20 Agosto dalla Federazione brasiliana, permise di riaprire i rapporti per un massimo di due ore ai trasferimenti all’estero. Giusto il tempo di potere concludere tutti gli accordi tra i due club.
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