Devis Mangia non ha avuto grande fortuna in Italia. L’ex allenatore del Palermo e della Nazionale U21, infatti, ha collezionato avventure non troppo esaltanti in Serie B (sulle panchine di Spezia, Bari e Ascoli) senza mai riuscire a fare il salto di qualità. Adesso, tuttavia, ha trovato stabilità e serenità nel ruolo di commissario tecnico – e non solo – di Malta: “La mia fortuna a Malta è che non sono solo il ct ma proprio direttore del centro tecnico, quindi possiamo lavorare con un’idea unica per tutte le squadre, dalla prima alle giovanili“, ha spiegato ai microfoni di TMW Radio.
Mangia sul calcio italiano
L’allenatore ex Palermo, nel corso dell’intervista, si è anche soffermato sui problemi del calcio italiano: “Un po’ di autocritica fa sempre bene, ma prenderei più i segnali positivi, quelli dati da alcune squadre e dalla Nazionale. Se parliamo di intensità forse può essere corretto, ma è un discorso che ha riguardato alcune squadre. Semmai la cosa che si vede negli altri è che i giocatori partecipano tutti alle due fasi di gioco, mentre da noi manca qualcosa. Gli allenatori italiani hanno sempre saputo come preparare le partite, il discorso per me è più di sistema: economicamente la Serie A non ha più le squadre tra le più potenti economicamente in Europa. Vanno considerate anche le infrastrutture, che da noi non sono all’avanguardia come altrove. E poi i settori giovanili, in cui si è troppo figli del singolo risultato: queste mi sembrano le componenti più importanti, non si deve guardare solo la punta dell’iceberg ma anche cosa c’è sotto. Un dato alla base è forse l’errore che facciamo quando classifichiamo un giovane noi, e quando lo fanno le altre realtà europee“.
E aggiunge: “Ricordo che io avevo un’Italia U21 di talento, ma sfidavamo gli spagnoli che avevano il vantaggio di avere già presenze in Champions. Questo fa la differenza. Si è giovani a 18 o 19 anni, a 24 anni o sei o non sei un certo giocatore, io così la penso. Il discorso va affrontato di sistema, e invece abbiamo ancora gli stadi di Italia ’90… La Nazionale A sta dando segnali importanti ed è seguita dai vari club, più che il contrario. Può darsi che sia anche a causa dell’ambiente più sereno. Bisogna riuscire a creare la situazione così da renderli in grado di mettere in pratica le loro idee con continuità nell’arco della gara. E l’intensità è fondamentale, ma riguarda tanti aspetti. Uno fondamentale è la tecnica in velocità con opposizione di avversari, ma ci vuole allenamento. Ogni allenatore vuole tirare fuori il massimo dai suoi giocatori, nessuno si auto-flagella. Sulla costruzione dal basso abbiamo esempi vari: il Verona non la fa, ed è piacevole quanto il Sassuolo che invece la fa sempre“.
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