Ancora qualche incertezza sul futuro del Palermo calcio, dopo che un paio di mesi fa il presidente Dario Mirri ha parlato per la prima volta della cessione. All’inizio sul tappeto c’era la cessione solo del pacchetto di minoranza delle quote, ma nell’arco di queste settimane si sono susseguiti scenari diversi, che hanno suscitato l’attenzione degli appassionati di calcio. La squadra siciliana, infatti, dopo i guai economici che l’avevano portata al di fuori del mondo del professionismo, adesso milita in serie C ma aveva ambizioni di scalata, che avevano destato interesse anche in coloro che seguono le altre divisioni e persino le quote di Serie A.
Un passo indietro del presidente
Per tale ragione l’annuncio della vendita potrebbe diventare particolarmente interessante, soprattutto se coinciderà con l’iniezione di nuovi capitali, preziosi per potenziare la compagine. Al momento comunque la situazione è ancora molto fluida, con il Palermo che sta cercando di accelerare la cessione della società, dopo due mesi di ipotesi difficili da realizzare. Quando ha annunciato la messa in vendita della società, il patron della società rosanero Mirri stava soprattutto cercando acquirenti interessati a rilevare il 40 per cento delle quote dell’imprenditore Tony Di Piazza. Poi si era detto disponibile a lasciare anche il resto, su una base d’asta di 15 milioni di euro, tanto che ha affidato mandato ad advisor come la Pricewater Coopers, per cercare acquirenti per entrambi i progetti.
Bilancio in rosso per colpa del Covid
A motivare la sua decisione sono state le conseguenze negative del Covid, che ha reso i costi di gestione troppo elevati a fronte di un crollo degli introiti e che ha messo in difficoltà la società sicula. Per questa ragione Mirri ha avanzato persino l’idea di lasciare il suo incarico, pur di dare spazio a qualcuno in grado di investire e quindi di promuover la crescita e lo sviluppo del Palermo Calcio. Di fronte alla sua proposta, i candidati non sono mancati. Il quotidiano MF-Milano Finanza ha parlato di un interessamento di Andrea Radrizzani, patron del Leeds United e fondatore di Eleven Sports, che però successivamente ha smentito la notizia, spiegando che le speculazioni erano prive di fondamento e che il gruppo Aser Ventures non era in trattativa per un investimento nel Palermo calcio o altre squadre italiane.
Proposte da Italia e America
L’altro nome finito subito nella rosa dei possibili candidati è stato quello del presidente della Sampdoria Massimo Ferrero che sembrava interessato ad un’offerta per il cento per cento della società. Nella ridda delle ipotesi, poi, è entrata anche la figura dell’imprenditore italoamericano Antonio Tony Cauzo, che ha origini catanesi ed è attivo negli Usa nel settore immobiliare e della ristorazione. In un’intervista ha spiegato di aver sondato il terreno a nome di una cordata di imprenditori italoamericani, di aver parlato anche con Tony Di Piazza, che conosce e stima molto, e di voler ragionare su un rilancio della squadra. A chi gli chiedeva lumi su come avrebbero reagito i tifosi palermitani, di fronte a un catanese come responsabile, ha spiegato che l’isola è una e deve lavorare insieme per un risveglio e una rinascita. Secondo alcune indiscrezioni, infine, ci sarebbe anche una cordata araba che ha chiesto informazioni sulla cessione. Tutte possibilità che rimangono aperte e da sondare.
Coinvolta anche una banca d’affari
Nel frattempo, circa tre settimane fa, il presidente Dario Mirri ha dato mandato anche alla banca d’affari Lazard di cercare investitori in grado di rilevare l’intero pacchetto azionario o una sua parte. Gli scenari contemplati sono diversi: dall’acquisto integrale del pacchetto azionario all’acquisizione solo del pacchetto di minoranza di pertinenza di Tony Di Piazza, con il presidente Mirri ancora coinvolto nelle operazioni di direzione e coordinamento, almeno in una fase iniziale. Non è stato rivelato per ora se ci siano stati contatti o se qualcuno si sia fatto avanti. Incertezze che fanno soffrire i tifosi, già in pena per una stagione deludente. Il campionato sta andando male, le prospettive pure e l’unica speranza è un cambio ai vertici, che possa garantire l’immissione di nuovi capitali. Liquidità più che mai necessaria per due ragioni. Da un lato gli investimenti per il rafforzamento della squadra, al momento non così competitiva come dovrebbe essere. Dall’altro i fondi necessari a ripianare il deficit di bilancio, visto che le spese di gestione e i mancanti incassi porteranno la squadra a chiudere il bilancio con un rosso profondo: circa 8 milioni di euro.
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