Probabilmente alla fine la Superlega non verrà realizzata, visto che molti club sono pronti a lasciare la competizione dopo che i loro stessi presidenti avevano fondato la manifestazione nell’ombra. Ma che si faccia o no, cosa importa? In fondo, questo torneo, non è altro che l’apice di un processo di smaltimento di valori cominciato anni fa. Lo stesso che ha portato pian piano i soldi ad avere un posto d’onore nel calcio relegando le emozioni in un cassetto pieno di polvere.
A che serve aspettare curiosamente l’epilogo di questa vicenda? A che serve sentire il batti e ribatti delle altre grandi associazioni che regolano questo mondo un tempo per tutti e oggi….per soldi? In qualsiasi modo si concluda questa spasimante telenovela, l’unica certezza è che la Superlega, si, proprio lei, non avrebbe ucciso nessuno. Avrebbe calpestato, semmai, il corpo già morto di questo sport. Oltre a questa, di certezza, ce n’è anche un’altra: l’inutilità della mega lite a cui abbiamo e stiamo assistendo, non solo nei contorni, ma anche nelle reali motivazioni.
Semplicemente perchè Superlega, Uefa e Fifa, stanno lottando per tutto tranne che per il mondo nel quale sono immeritatamente buttati dentro e che prima, aveva un gusto diverso. In fondo, tutti sono sporchi e nessuno tra chi regola le cose in questo gioco pensa davvero a salvarlo. E così spot come “Il calcio è di tutti”, “hanno ucciso la natura di questo sport”, “Lo fanno solo per soldi” diventano soltanto parole mediatiche per strappare qualche lacrima. Non se queste escono dalla bocca di un tifoso, intendiamoci. Si, invece, se a gridarlo sono quelle stesse associazioni che oggi lottano contro chi prova a calpestare il calcio e ieri, lo avevano già ucciso senza pietà.
Come la Fifa, che oggi inneggia a quei valori, e ieri organizzava il mondiale in Qatar a dicembre con 40 gradi e in stadi nei quali sarà vietato l’ingresso alle donne; costruiti da lavoratori in nero e sottopagati. Come il presidente Uefa, Ceferin, che impone il Fair Play finanziario favorendo le squadre ricche e danneggiando invece tutte le altre costringedole spesso a bilanci “rossi” e a plusvalenze fasulle. Poi che dire della Figc, che pur di fare soldi spalma il campionato italiano nelle nostre case, in 5 giorni diversi e in 4 orari differenti. Uno spezzatino di denaro, che ha ucciso le domeniche piene di pallone. Le finali italiane, le più belle, giocate in Cina e a Doha, in Arabia Saudita. Solo per soldi, altro che… “calcio di tutti”.
Nessuno deve meravigliarsi degli altri, quando il peggio è nel proprio “ego”. La verità è che il calcio è morto tutto e il funerale sarebbe stato questa Superleague. Ma non si cambierà direzione, è solo questione di tempo perchè prima o poi la morte del calcio venga celebrata a dovere. Forse non sarà oggi, perchè alcuni hanno provato vergogna, ma sarà sicuramente un domani. Questo sport non ha speranze, da anni si specula sulla sua morte e qualcuno se n’è accorto soltanto adesso, con la nascita di una stupida Superlega.
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