L’atto primo di uno dei capitoli più difficili da interpretare per il Palermo, nascondeva in se la voglia matta di portare a casa una vittoria che per i ragazzi di Filippi avrebbe significato giocarsi la qualificazione ad Avellino con due risultati utili su tre. Un desiderio, che insieme aveva anche il gusto di unico risultato possibile per giocarsela fino in fondo, che avrebbe dovuto spingere i padroni di casa ad una prestazione più coraggiosa nella prima frazione di gioco. Dentro all’atto primo, anche il ricordo del giudice Falcone, con il gioco che si è fermato alle ore 17:58.
Il primo tempo è….lotta greco-romana
E proprio il ricordo di chi ha lottato contro la mafia, si è rivelato alla fine l’attimo più bello di questo primo tempo. I primi 45′ hanno regalato pochi squilli e tantissimo nervosismo con il direttore di gara, il signor Gualtieri di Asti, costretto a fermare il gioco più volte. Gara maschia, equilibrata, tosta e abbastanza bloccata. C’erano sicuramente delle attenuanti, quali il caldo, la 2° partita nel giro di pochi giorni, ma anche una strategia alla base: ragionare nell’ottica dei 180′. Dal 30′ la partita si è un po’ sbloccata sopratutto per merito degli irpini che hanno creato qualche pericolo dalle parti di Pelagotti, prima con Fella e poi con Tito. Sopratutto il destro dai 20 metri di quest’ultimo, si è rivelato molto insidioso con la sfera che è finita alta di poco.
L’occasione più grande la costruisce però il Palermo: su un contropiede nato da un fallo dubbio di Saraniti (che ha generato le proteste feroci dei ragazzi di Braglia), Kanoutè si è involato verso l’area di rigore e ha scaricato verso De Rose, che calcia preciso e sul palo lontano e chiama Forte ad un intervento strepitoso. E’ stata questa la più ghiotta occasione di un primo turno bloccato e nervoso, una classica esibizione da Serie C, potremmo dire. Almeno nella prima frazione, sponda Palermo, sembra essere pesata molto l’assenza di Luperini, in grado di dare sempre soluzioni offensive e di far salire la squadra, cosa che Broh non è stato in grado di fare (anche per caratteristiche individuali). Tra le proteste, che hanno contraddistinto la prima parte della gara, il direttore ha fischiato due volte e ha mandato le due compagini a riordinare le idee.
Secondo tempo
Dagli spogliatoi è uscito un Palermo più vivo e voglioso di far male l’avversario e la prima occasione è stata infatti di targa rosanero. Valente, in forma smagliante nelle ultime partite, brucia 40 metri palla al piede e calcia verso la porta di Forte che però respinge bene. Al 60′ Filippi cerca di cambiare le carte in tavola e stravolge tre quarti dell’attacco facendo entrare Silipo e Floriano per Santana e Saraniti. Il senegalese si è dunque spostato al centro dell’attacco come a Castellammare. I cambi, tittavia, non sono serviti e la partita è rimasta assolutamente occlusa, noiosa, anche se più continua nel suo sviluppo, con meno interruzioni e litigi tra i calciatori.
L’episodio e la fortuna, ma che difesa…
L’episodio, l’unico che poteva virare le sorti di questa partita, è arrivato all’86’ con un calcio di rigore assegnato per i padroni di casa e trasformato da Floriano. Infallibile l’ex Bari che sceglie un angolo e la calcia li’ dove Forte tocca ma non arriva. Alla fine è sofferenza ma i rosanero la portano a casa con tenacia e anche con un po’ di fortuna. A niente sono servite le proteste dei calciatori irpini, con il direttore di gara che non ha cambiato la sua posizione iniziale.
Primo atto rosa
La fortuna, uno degli elementi che ha concesso ai rosa di portare a casa questa gara e giocarsi il ritorno con due risultati utili a disposizione per passare il turno, ha fatto la sua parte. E non tanto perchè il rigore fosse dubbio, ma perchè semplicemente è stato questo l’episodio che ha cambiato le sorti del match. Ma ci vuole, anche questa, ogni tanto. In ogni caso è stato un Palermo straordinario in fase difensiva, quella poi che fa vincere le partite. Il sogno continua, anche grazie al palo di Maniero colpito praticamente allo scadere. il primo atto è rosa, ma sarà battaglia ad Avellino, non ci sono dubbi.
Filippi stratega, la lotta è ancora lunga
Filippi si conferma stratega della difesa e potrà contare adesso su alcuni recuperi in vista di mercoledì. Si potrà parlare molto di questa partita, ma una cosa è certa: questa squadra è cambiata, anche nello spirito. Perchè è questo che cambia le partite, anche con un rigore al 90′, dubbio. E ripetiamo: dubbio. Servirà lottare ancora, e servirà, sicuramente, un Palermo diverso.
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