Partita maschia, come era prevedibile. Un match tosto che si è sviluppato come da pronostico: con l’Avellino arrembante a cercare subito di offendere e con il Palermo compatto dietro e pronto a ripartire quando possibile. Fino al 20′ non è che ci siano stati grandi squilli, nonostante un ritmo altissimo e una conduzione di palla che, sopratutto spoda Irpini, era molto veloce. Anzi, l’occasione migliore per andare in vantaggio l’aveva avuta addirittura il Palermo con Kanoutè: il senegalese (in sospesto fuorigioco) calcia verso la porta da pochi metri ma è bravo Forte a respongere.
Primo tempo “alla Maniero”
La voglia e la determinazione, ma sopratutto la giocata di Maniero, stanno facendo la differenza. Proprio il centravanti biancoverde è riuscito al 33′ a passare in mezzo a Marconi e Lancini (forse troppo molli) e a servire un assist perfetto per D’Angelo che ha messo dentro a porta praticamente vuota. Scherzo del destino, il gol è arrivato da un palermitano. I rosanero hanno meritato di essere sotto nel punteggio, almeno nel primo tempo: troppo poco si è fatto in fase offensiva, una squadra timorosa che ha difeso bene, ma che in avanti è stata impacciata. Una leggera ripresa si è vista solo dopo il gol, quando la banda di Filippi ha cominciato un po’ ad uscire fuori dal guscio e cercato di combinare qualcosa negli ultimi 16 metri. Unica minaccia, però, è stato il tiro di Valente finito alto 3 metri sopra la porta difesa da Forte.
Avellino quanti tuffi, ma vantaggio meritato
Una giocata ha fatto la differenza nella prima frazione, ma la prova non può essere sufficiente, almeno per ora. Non c’è dubbio, inoltre, che a contraddistinguere i primi 45 minuti sia stata la grande foga agonistica di entrambe. Parte del gioco delle parti, ma poco bello a vedersi, sono stati i 4 tuffi degli attaccanti irpini (Maniero su tutti) nel giro di 15 minuti. Ma ci stava anche questo, tra due grandi squadre che si giocavano tanto, tantissimo. Tecnicamente bene i padroni di casa, male i siciliani che hanno perso tantissimi palloni sulla propria metà campo. Un’incapacità nel gestire il pallone che nei primi 30 minuti difficilmente si era mai vista (anche per merito dei campani).
Secondo tempo diverso
La seconda frazione di gioco è cominciata con un Palermo più aggressivo e più convinto. L’Avellino ha abbassato il baricentro e i rosanero hanno mosso la palla con più velocità e qualità. Pronti via, Kanoutè calcia dai 20 metri sfruttando il posizionamento non impeccabile di Forte e colpisce la parte alta della traversa. Braglia chiedeva ai suoi di salire, ma i siciliani, più in palla, hanno creato un altro clamoroso pericolo con Silipo. Il ragazzo scuola Roma, entrato al posto di Santana, serve un assist favolo a Valente che stoppa e calcia ma trova l’opposizione di Forte, questa volta molto bravo.
Ancora al minuto 66′ è stato il Palermo a rendersi pericoloso con un sinistro sempre alto di Valente. I siciliani sono cresciuti nel secondo tempo, con gli ingressi del già menzionato Silipo e Saraniti, al posto di Marong. L’Avellino ha rischiato di chiuderla solo su un errore pazzesco si Saraniti che generosamente era rientrato nella propria metà campo per recuperare il pallone, riuscendoci, ma regalandolo di fatto a Maniero che lo scarica per Fella il cui destro è largo. Rosa graziati e ancora vivi.
Tanti attacchi, una buona prova, ma non è bastato
Vivi, fino alla fine, ma senza gloria. L’avventura del Palermo si è fermata al Partenio tra mille attacchi (nel secondo tempo sopratutto) e mille sacrifici. Una buona prova, macchiata da un atteggiamento passivo della difesa in occasione del gol di D’Angelo, che alla fine è risultato fatale. Poi è mancata la rete, solo quella, per continuare un viaggio folle che sembrava potesse regalare una grande gioia.
Adesso vacanza e lavoro, si pensa al futuro!
E’ stato il percorso, quello dei playoff, che ha trasformato una stagione infame in un’altra, poco più agrodolce. E’ stata l’esperienza che, a nostro parere, ha confermato che Filippi può stare seduto lì dov’è, senza pensarci troppo. E’ stata, tuttavia, anche la fine del primo tentativo per la B. Infine, sarà l’inizio delle vacanze ma anche del lavoro, per cominciare a progettare il futuro di questo club.
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