Lega Pro – Chiamiamola B2, C1 o C d’eccellenza, chiamiamola come vogliamo, la realtà non cambia: il sistema calcio, dalla A alla D ha bisogno di una grossa riforma, tanto più dopo che il covid ha aperto crisi economiche pesanti all’interno di tutti i club.
Prendiamo spunto da questo articolo “Gironi orizzontali, un ritorno al passato per salvaguardare il futuro. Ora però serve la vera riforma…” di Tommaso Maschio su Tuttomercatoweb, per alcune riflessioni su temi che sembrano sempre più pressanti ed urgenti come la riforma che inevitabilmente investirà il mondo del calcio italiano. Del resto è lo stesso presidente Gravina che la sollecita. Magari si aspetta la fine dell’Europeo per iniziare a metterci mano.
Lo studio sulla divisione geografica dei gironi
La Lega Pro, come vi abbiamo già scritto, ha deciso di non cambiare: si è affidata ad uno studio di settore per stabilire che cambiare la composizione dei gironi sarebbe stato dispendioso per tutti i club: un 20% in più di spese, soprattutto legate alle trasferte di piccoli club che avrebbero dovuto attraversare l’intero stivale, nel caso di raggruppamenti misti nord-centro-sud.
Piano A, B e C ovvero tre scenari per il futuro del Palermo
La divisione orizzontale permetterà infatti di risparmiare sui costi di trasferta come tutti hanno commentato in maniera concorde …anche se aprire a un sorteggio totale darebbe molto più appeal a tutto il campionato di Serie C, …Se davvero si vuole creare un campionato in cui le realtà di nord, centro e sud si sfidino già nella stagione regolare però bisognerà fare un altro passo all’indietro, quello di riportare la Serie C a due campionato distinti riuscendo in questo modo a mantenere le attuali 60 squadre, si legge nell’articolo.
Scrive Tommaso Maschio: Meglio allora, come si discute da tempo, dividere l’attuale Serie C in due campionati: uno che preveda 20 squadre in un girone unico e faccia da anticamera alla Serie B e uno che invece racchiuda le restanti 40 squadre in due gironi (Centro-Nord e Centro-Sud) e faccia da cuscinetto fra i dilettanti e i professionisti. Che poi li si voglia chiamare C1 e C2 o Serie C d’élite e Serie C semiprof è questione di lana caprina.
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