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Coprifuoco, cosa cambia dal 7 giugno: in alcune regioni sarà abolito…

La data del 7 giugno in Italia rappresenta uno spartiacque per il ritorno alla normalità e per l’abolizione di alcune delle norme che ormai da quasi due anni, sembrano contrassegnare la vita nella lotta al coronavirus.

Dal 7 giugno infatti molte regioni italiane passeranno in zona bianca e potranno dire addio a molte restrizioni, compresa quella del coprifuoco.

Altre invece dovranno ancora fare i conti con problemi inerenti all’orario di rientro nelle proprie abitazioni, ma potranno tirare un sospiro di sollievo: da lunedì infatti il coprifuoco slitterà di un’ora, non più alle ore 23.00, ma a mezzanotte. 

Una norma che durerà anche poco: si prospetta infatti un addio al coprifuoco per quasi tutte le regioni italiane, la sola eccezione della Valle D’Aosta, il 21 Giugno.

Il divieto di uscita notturna, senza comprovate esigenze non vale già nelle zone bianche, che hanno salutato con sollievo questa norma. La loro incidenza settimanale è sotto i 50 casi ogni 100.000 abitanti e quindi, al di sotto della zona di rischio.

ECCO LE REGIONI IN ZONA BIANCA ATTUALMENTE

Dallo scorso 31 maggio tre regioni sono passate in fascia bianca: si tratta del Friuli-Venezia Giulia, del Molise e della Sardegna. In questi territori è già possibile spostarsi senza alcuna ansia, autocertificazione o fretta di ritornare a casa. In vigore il rispetto delle misure anti-covid come il distanziamento e l’uso della mascherina.

PROSSIMAMENTE IN ZONA BIANCA…

Da lunedì 7 giugno altre quattro regioni dovrebbero passare in fascia bianca: Abruzzo, Liguria, Umbria e Veneto. Anche questi territori quindi sono destinati a non avere più il coprifuoco dal giorno in cui scatta la zona bianca.

REGIONI IN CUI IL COPRIFUOCO RESTERA’ IN VIGORE

E’ in vigore nella maggior parte delle regioni italiane, escluse quelle sopracitate. Le uniche che possono sperare un anticipo nelle restrizioni ancor prima del “via libera” che potrebbe scattare il 21 Giugno, sono Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Piemonte e Puglia e la provincia autonoma di Trento, i cui dati settimanali si sono avvicinati alla soglia dei 50 casi.

Per le altre i cui dati sono comunque buoni, occorre attendere. L’Italia comincia a respirare aria di ripresa, e lo si vede in questi primi cambiamenti concreti.

 

 

 

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