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Sallai e non solo. Perché è importante sapere aspettare i più giovani

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Premessa doverosa. Roland Sallai non ha giocato contro la Francia una partita mostruosa, né spettacolare. Tuttavia, chi ricorda la versione palermitana di Sallai oggi può dire di avere visto tutt’altro tipo di calciatore, più pimpante e intraprendente, semplicemente più maturo.

La storia breve di Sallai a Palermo

Roland Sallai ha vestito la maglia del Palermo nella stagione 2016-17, annata terribile culminata con una retrocessione umiliante per le partite giocate, i punti collezionati e il gioco proposto dalla squadra. L’ala destra ha raccolto 21 gettoni e segnato una sola rete, contro l’Udinese (per altro ininfluente ai fini del risultato, 4 a 1 per i friulani).

In generale, la parentesi di Sallai non è stata certamente un ricordo felicissimo. Spesso, il calciatore veniva subissato dalle critiche della piazza, che non teneva però conto di diversi fattori. Sicuramente, negli ultimi anni di storia della vecchia società, i calciatori hanno dovuto patire l’astio dei tifosi nei confronti della presidenza. Anche quando il Palermo faceva buoni risultati in Serie B, ricordando i due effimeri titoli consecutivi di “Campione d’Inverno”, il pubblico era assente e rumoreggiava.

Tuttavia, Sallai non meritava critiche tanto veementi, né di essere etichettato come un “bidone”. Il calciatore ungherese aveva, ai tempi, solo 19 anni e aveva disputato soltanto due campionati di Serie A ungherese, tutt’altro livello rispetto alla massima serie italiana. La situazione ambientale, inoltre, non favoriva certo il percorso di crescita del ragazzo.

Cipro, poi la Bundesliga: Sallai si rilancia

Dopo appena un anno, infatti, Sallai ha dovuto provare una nuova esperienza. L’attaccante è ripartito dal calcio cipriota, precisamente dall’APOEL Nicosia, con la possibilità di disputare le coppe europee e mettersi in mostra, seppure in un campionato di bassissimo livello. Infine, l’ungherese ha avuto ragione: si è guadagnato nel 2018 la chiamata del Friburgo e da tre anni gioca stabilmente in Bundesliga.

Nella Nazionale ungherese, Sallai è ormai un punto fermo. Certo, non parliamo di una Super Nazionale, ma l’Ungheria merita comunque rispetto. Questo pomeriggio ha fermato la Francia “Campione del Mondo” con una prestazione gagliarda e coraggiosa. Sallai ha fatto la sua onestissima parte: ha fatto ripartire la squadra, ha cercato senza fortuna il tiro, ha fatto risalire i suoi. Certamente, è un altro calciatore.

Da Sallai a Lucca. Perché i giovani vanno attesi

Sallai non è il primo caso di calciatori arrivati giovanissimi a Palermo e che, al contrario di altri (si pensi ad Abel Hernandez o Kjaer), hanno avuto diverse difficoltà, dovendo subire le critiche della piazza. Potremmo citare João Pedro, oggi discreto calciatore del Cagliari, ma perfino campioni come Dybala e Cavani hanno dovuto sopportare il peso delle contestazioni prima di ritagliarsi uno spazio importante. Quei fasti di un tempo sono finiti da un pezzo, eppure l’esperienza di Lucca non è sembrata tanto diversa, nelle dovute proporzioni. Bollato come “luongu ammatula” ed epiteti vari, il centravanti di Moncalieri è diventato nel giro di poco tempo un attaccante importante (almeno per la Serie C) ed è oggi l’unica speranza del club di “fare cassa” per ricostruire la squadra. Il messaggio è chiaro: i giovani hanno bisogno di tempo. Più applausi, meno sentenze (così si spera).

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