Marco D’Aubert vive da diciassette anni in Inghilterra, dove lavora come autista di pullman. Il suo cuore, tuttavia, è rimasto a Palermo, la città in cui è nato e cresciuto. A creare uno stretto legame con le origini non è soltanto l’amore per la sua terra, bensì anche e soprattutto quella per i colori della squadra del cuore. È, infatti, un fedele tifoso rosanero, oltre che un grande appassionato di calcio. Non ha esitato, dunque, a staccare i biglietti per Italia-Austria, gara valida per gli ottavi di finale di Euro 2020. Quella serata lo ha reso “famoso” per un particolare motivo. A Wembley, infatti, ha tifato per gli azzurri con la maglia del Palermo. Una visione che ha destato l’attenzione di tutti i siciliani – e non solo – che erano davanti al televisore.
A distanza di qualche giorno dalla magica serata, Marco non ha ancora recuperato la voce. Non ha esitato, nonostante ciò, a raccontare ai microfoni di TifosiPalermo.it le emozioni vissute nella magica serata di Italia-Austria.
Marco porta il Palermo a Wembley
“Non c’era occasione migliore per mostrare al mondo i colori rosanero. Una vetrina unica”, ha sottolineato Marco spiegando la scelta di vestire la maglia del Palermo per Italia-Austria. Nelle scorse ore il suo profilo è stato invaso di messaggi. In tanti lo elogiano per la scelta di portare il Palermo a Wembley. Eppure, è arrivata anche qualche critica per la taglia della maglia, un po’ troppo stretta. Il tifoso rosanero, tuttavia, ci ride su. “Ho letto un commento in cui qualcuno scriveva che, data la pancia, era inevitabile che fossi palermitano. Gli effetti delle arancine”, scherza. Poi, però, ci tiene a spiegare il motivo dell’inconveniente. “È un regalo di Nestorovski, taglia S. Me la diede dopo una partita di tre anni fa. Siamo rimasti in contatto in questi anni, diventando quasi amici. Qualche settimana fa mi aveva proposto anche di andare a vedere in Olanda una delle gare della Macedonia del Nord nella fase a gironi, l’ultima. È anche per questo motivo che ho scelto di indossare la sua maglia”.
In realtà, Marco ci rivela di essere stato fino all’ultimo istante un po’ indeciso. “Non sapevo se indossare la maglia di Nestorovski oppure quella di Miccoli. Quest’ultima risale ad un Palermo-Juventus di tanti anni fa. Ad entrambe sono molto legato. Alla fine ho scelto quella di Ilija perché rappresenta un Palermo più ‘vicino’ nel tempo a quello di oggi. Lui ha molto apprezzato, mi ha scritto un messaggio al termine della partita”. Il fedele tifoso rosanero, tuttavia, non vuole dispiacersi nessuno. “Dato che in questi giorni Miccoli ha compiuto gli anni forse avrei dovuto indossare la sua, anzi ne approfitto per fargli gli auguri. Ad ogni modo ho già comprato i biglietti per le semifinali di Euro 2020 a Wembley. Non so se l’Italia ci sarà, ma io indipendentemente dalle squadre partecipanti sarò sugli spalti. Questa volta indosserò la maglia di Miccoli. È una promessa”.
La serata di Wembley gli ha regalato tante altre emozioni. Alcune di queste riguardano anche altri ex giocatori del Palermo. “Prima di Italia-Austria sono andato a salutare gli azzurri in hotel. È bello vedere che ci siano tanti talenti che hanno vestito i colori rosanero nella loro carriera. Quando Sirigu e Belotti hanno visto la mia maglia erano sorpresi ed entusiasti, mi hanno salutato dal pullman. Loro come tanti altri ex, tra cui in particolare Ilicic, hanno ancora un legame particolare con la città. Chiunque vesta la maglia rosanero fa fatica a dimenticarsene”. E sulla gara: “Ero in mezzo a centinaia di tifosi dell’Austria. Seduto, casualmente, accanto ad un ragazzo originario di Carini. Dopo il gol di Arnautovic ho vissuto i minuti più lunghi della mia vita. Il Var ci ha regalato una gioia immensa e abbiamo ricominciato ad esultare. Con le reti dell’Italia ai supplementari la partita si è messa in discesa, anche se l’ansia è stata tanta”. Al triplice fischio, infine, un dono particolare. “Donnarumma è stato intervistato proprio sotto il settore dove mi trovavo. Gli ho chiesto i pantaloncini, dato che la maglia l’aveva già scambiata con un avversario, e non ha esitato a darmeli”. Un bel souvenir che si aggiunge alla sua collezione.
L’amore infinito per i rosanero
La passione di Marco per il Palermo, dunque, non si è mai spenta. Anzi, la distanza non ha fatto altro che rafforzarla ulteriormente. “In questi diciassette anni ho continuato, nel limite del possibile, a seguire la squadra da vicino. Non soltanto negli anni più belli, ma anche negli ultimi. L’ultima trasferta a cui sono andato è stata quella di Palmi, in Serie D. Quando sono in vacanza il Renzo Barbera è una tappa fissa. Le ferie coincidono sempre con le partite importanti. Da qui, invece, mi accontento di vedere le gare in televisione e di essere aggiornato tramite le notizie dei siti italiani”. Accettare che il club siciliano si trovi nell’ultima categoria del calcio professionistico non è, tuttavia, semplice. “Ancora mi devo abituare. Dobbiamo dimenticare quello che avevamo prima, essere più umili e non pretendere troppo. La piazza è calda, siamo la quinta città d’Italia e come tifo non siamo secondi a nessuno. La verità però è quella attuale. I tempi sono cambiati, per cui dobbiamo accettarlo e sperare di ritornare presto nei palcoscenici che meritiamo. Mi accontenterei anche della Serie B per un bel po’ di anni”.
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