Una stangata quella arrivata nei confronti del Chievo e dei suoi tifosi: arrivata proprio come una “mannaia” come titola il Corriere dello Sport, nell’edizione odierna, nei confronti dei supporters della squadra.
Dopo ben 35 anni consecutivi passati tra i professionisti, il Chievo rischia di scomparire e la storia potrebbe rivelarsi ancora più crudele del previsto, dopo che la Covisoc ha fermato l’iscrizione del club di Campedelli.
Il motivo sarebbe relativo a dei debiti mai del tutto saldati.
Sarebbero questi a far crollare la favola del piccolo club che ha fatto sognare e maturare grandi campioni.
Ma il colpo più duro deve ancora arrivare.
Secondo quanto risulta dal Consiglio Federale e riportato dal Corriere dello Sport, il Chievo potrebbe non godere degli stessi ‘privilegi’ toccati a squadre come Palermo e Bari dopo il fallimento.
L’opportunità di accedere alla serie D viene infatti concessa solo a chi infatti rappresenta la città a pieno titolo e la sua storia calcistica: a Verona esiste l’Hellas, e il Chievo non può vantare questo diritto di rappresentanza.
Nessuna agevolazione all’orizzonte dunque per il Chievo che potrebbe dunque esser costretto a ripartire dalle più infime categorie dilettantistiche.
Una favola quella del Chievo che non ha trovato il suo lieto fine, che non ha potuto emulare il recente passato.
Nemmeno nell’attaccamento della rinascita vissuto come con i colori rosanero e che per risalire potrebbe veder passare anni e anni di storia.
Qualcuno potrebbe esser disposto a far rilanciare il club di Campedelli e non farlo cadere nell’oblio, non destinando i suoi tifosi ai semplici ricordi?
Un destino segnato, che attende i ricorsi, in cui solo la speranza sembra l’ultima a morire.
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Infime: scadenti, miserabili, volgari, mediocri, ecc. Perché definire così le categorie dilettantistiche?