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Come ammazzare la Lega Pro e vivere felici

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Come ammazzare la Lega Pro e vivere felici

Questo il titolo di un interessante editoriale di Nicolò Schira su Tuttomercatoweb, che analizza la situazione della Lega Pro alla luce della riforma proposta dal presidente Gravina. Secondo l’autore dell’articolo, la proposta del presidente della Figc penalizzerebbe molto l’attuale Lega Pro che al contrario in questi ultimi anni è stata foriera di innovazioni, poi adottate anche da altre categorie, prime fra tutti l’introduzione di play-off e play-out.

Schira parte dal presupposto che nessuno si sarebbe aspettato che il Coni ribaltasse i verdetti della Covisoc o della Figc. Che ogni anno tocca assistere sempre agli stessi scenari, con 3-4 società a rischio fallimento. Questo dimostra che il calcio italiano non regge 100 club professionistici e passare da 60 a 40 in serie C è assolutamente indispensabile. Ma non come propone ravina, sostiene Schira, ma con maggiore semplicità.

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La B a 40 squadre? Un’ammucchiata che …

Gravina propone la fusione della B e della C a partire dalla stagione 2022-2023, creando poi una C d’elite e una D d’elite. Scrive Schira: ” … torniamo al tema fusione tra B e C. Sarebbe preoccupante e un pizzico folle allargare la cadetteria a 40 squadre con due gironi stile basket azzerando la Serie C. Cui prodest dicevano i latini. Eh già: si rischierebbe di fare una doppia frittatona, di quelle impossibili da digerire. Il torneo cadetto già catalizza poco l’attenzione mediatica con 20 squadre, figuriamoci a 40 con il doppio delle gare ogni settimana. Una ammucchiata. Meglio un torneo cuscinetto, la vecchia C2 per intenderci o se preferite la Serie D d’élite, tra i professionisti e i Dilettanti… Salvate la Lega Pro e non fate sparire la terza serie! Lo gridiamo con forza e altrettanta convinzione. Questa categoria merita rispetto: qui sono nate parecchie innovazioni virtuose e brillanti…

Piuttosto si cambino le regole per non assistere più a pasticciacci regolamentari e si inseriscano pene più aspre per chi sbaglia (ci sono presidenti e dirigenti che falliscono in una città e due anni dopo riappaiono al timone di un altro club…). Con regole rigidissime legate ad iscrizioni e fideiussioni per non rivivere più i casi Modena, Pro Piacenza e Trapani degli ultimi anni (come hanno fatto ad iscriversi?). Siamo stufi di vedere calendari con le X e gironi a numero dispari già a novembre. Ogni stagione parte con squadre in classifica che hanno già punti di penalità ancor prima del calcio d’inizio della prima giornata. Non è possibile. Sono queste le riforme e i cambiamenti necessari, non la cancellazione di una categoria storica…”

 

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