È stato approvato già da ore l’obbligo del Green Pass per gli accessi a ristoranti, musei, impianti sportivi e scuole.
Molte attività, soprattutto quelle riguardanti la ristorazione, si sono attrezzate con i giusti mezzi per il controllo di validità di un certificato che, oramai, rappresenta un vero e proprio lasciapassare per gli ingressi nei luoghi in cui il rischio di assembramenti e contagi è dietro l’angolo.
Una scelta governativa ben congeniata ai fini della salvaguardia dei cittadini e di quanti ancora oggi lottano per debellare la minaccia virale che da più di un anno attanaglia tutte le regioni italiane e non solo.
Vediamo dunque, nello specifico, dove e in che misura sarà obbligatorio esibire il nuovo certificato, reperibile sul sito ministeriale o tramite l’app IO a seguito dell’avvenuta vaccinazione antiCovid.
Ristoranti
Il Green Pass sarà valido per tutti coloro i quali decideranno di consumare al tavolo all’interno dei luoghi di ristorazione.
Musei
Stessa cosa vale per i musei: turisti provenienti da ogni parte del mondo dovranno esibirlo all’ingresso dell’impianto.
Centri sportivi al chiuso e stadi
Certificazione obbligatoria anche per gli ingressi negli stadi: oltre al regolare biglietto del match cui si vuole assistere, occorrerà presentare anche il Green Pass secondo le norme ministeriali. Allo stesso modo, occorrerà esserne in possesso anche nel caso in cui si pratichi attività fisica nei centri sportivi al chiuso.
Scuole
Le norme vigenti riguardano anche i plessi scolastici italiani: da settembre infatti, come contemplato dal decreto ministeriale, la certificazione dovrà essere un valido strumento di tutela non solo della sfera sociale ma anche di tutta la popolazione scolastica, specie per quel che riguarda gli alunni della scuola dell’infanzia e primaria. Questi ultimi rappresentano, difatti, le categorie maggiormente esposte a rischio contagio. “Il mancato rispetto delle disposizioni – è contemplato nel decreto – è considerata assenza ingiustificata e, a decorrere dal quinto giorno di assenza, il rapporto di lavoro è sospeso e non sono dovuti la retribuzione né altro compenso o emolumento, comunque denominato”.
Sebbene molte decisioni ministeriali hanno sollevato critiche piuttosto negative, soprattutto da chi teme ulteriori chiusure o un ennesimo lockdown, il ministro del Lavoro Andrea Orlando, durante un’intervista ha rassicurato: “Il confronto in questi mesi ha funzionato per garantire sicurezza sui luoghi di lavoro. Bisogna continuare così. Bisogna spingere le vaccinazioni e coniugare il diritto alla salute con la garanzia che non ci siano ulteriori danni all’economia e non si debba tornare a nuove chiusure”.
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