In terra pugliese, la sfida tra due piazze storiche, in un clima fastidioso, nuovoloso, offerto dal cielo tarantino. Una partita che è immagine e somiglianza del suo clima, almeno nel primo tempo. Più vivaci i padroni di casa che hanno meritato di chiudere in vantaggio il primo tempo, senza dubbio. Meglio nella gestione di palla, nell’approccio alla partita, proprio quello che Filippi alla vigilia aveva pregato di non sbagliare. E invece, la squadra è ricascata nei suoi stessi, soliti, barbari, errori.
Saraniti prende la rivincita
Fatica, a gestire la palla, tanti errori, esattamente come contro il Messina. Male De Rose, tutta grinta e poca qualità. Al primo guizzo, da calcio d’angolo, il Taranto ha punito, neanche a dirlo con Saraniti che purga la sua ex squadra per il più classico dei gol dell’ex. Come nelle migliori delle favole l’ex Palermo (e palermitano di nascita) si riprende ciò che aveva lasciato nel capoluogo siciliano, togliendosi qualche sassolino dalla scarpa. All’11’ i rosanero erano già sotto e 5′ più tardi Giovinco ha sfiorato ancora il gol su punizione; per fortuna di Pelagotti e compagni la palla si è stampata però sul palo.
Rosa brutti e confusi, squadra scollegata
Tanta fretta di andare a fare gol e poca lucidità con la palla tra i piedi, come se il Palermo sapesse di essere troppo più forte dell’avversario e il fastidio di subire la rete accentuasse il nervosismo e la farraginosità. Tutto va male e solo un tiro verso lo specchio della porta nei primi 45′: al 41′ Soleri stacca bene sul cross ben calibrato da Giron ma la palla termina alta di poco sopra la traversa. Succede poco altro; in generale è stato un primo tempo che ha evidenziato tantissima densità in mezza al campo. Non si è vista, quella distanza tra i reparti che Filippi tanto aveva chiesto. Una squadra scollegata, poco lineare, non organizzata, che ha lasciato infatti ai pugliesi tante opportunità in contropiede.
Incubo palle inattive, solite pecche
Nel secondo tempo la partita assume caratteri “british”: grande intensità e ritmi elevatissimi. Si va a sprazzi con contropiedi da una parte e dall’altra, ma nessuna ooccasione degna di nota almeno nei primissimi minuti. I rosanero hanno dato la sensazione di avere più in mano la partita, ma è stata un’illusione durata pochi, anzi pochissimi, istanti. Il Taranto ha ripreso campo tra il 50° e il 55° e tanto è bastato per trovare il gol del raddoppio sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Ancora gol da palla inattiva subito dal Palermo, come contro il Messina, già il 3° in 3 partite. E’ stato Benassai col piede a sfruttare l’ottima sponda aerea di Zullo. Addirittura due colpi di testa, a manifestare la poca cattiveria degli ospiti in fase difensiva.
Le mosse non servono
Se il Palermo era già nervoso, dopo il 2-0 la situazione è soltanto peggiorata. L’orgoglio, solo quello è da salvare in questi 90′, ha permesso ai rosa di accorciare le distanze con Almici; da posizione defilata (non certo consona ad un tiro verso la porta) l’ex Verona sorprende tutti e calcia forte sul primo palo, la dove Chiorra tocca ma non riesce ad evitare che la sfera si insacchi. Un match vissuto nell’agonia, nel continuo inseguimento. A niente sono serviti gli ingressi di Silipo, Fella e Dall’Oglio e la composizione di un 4-2-3-1 super offensivo. A nulla. Al 78°, poi, l’espulsione di Lancini che è un preludio alla sconfitta palermitana. Le porta della speranza si è chiusa definitivamente con il gol di Diaby.
Non è questo il valore reale dei nuovi acquisti, o si?
Palermo imbarazzante, deconcentrato, con limiti tecnici evidenti. Se questo è il reale valore della rosa a disposizione, la strada verso la promozione sarà una salita ripida, quasi insormontabile. Ma, siamo solo alla 3° giornata di campionato e questo è l’unico elemento che forse va a vantaggio dei rosanero (mica tanto). Passivo pesante, prestazione opaca, l’ennesima. Fella ancora malissimo da subentrato, l’unico a salvarsi è Silipo, entrato sfoderando la sua ottima qualità (anche se inutile ai fini del risultato). Per il resto è notte fonda. Questa squadra, forte per com’è, almeno sulla carta, poteva fare benissimo 9 punti; ne ha fatti 4 e potevano essere pure meno. “Abbiamo lavorato sugli errori commessi contro il Messina”, aveva detto Filippi alla vigilia. Abbiamo qualche dubbio…
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