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Da Boscaglia a Filippi: è di nuovo problema di approccio. E non solo…

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Sembra un film già visto, un remake nauseante che i tifosi del Palermo proprio non volevano ricordare. Chiamasi problema di “approccio”, quello del Palermo, che sembrava essere ormai superato dall’avvento di Filippi e che invece ritorna, proprio alle prime giornate di campionato ed esattamente come lo scorso anno, quando ad iniziare il nuovo ciclo era stato Boscaglia. 

L'”approccio sbagliato”: capitolo due

Anche il tecnico gelese, lamentava un “approccio sbagliato” alle gare. Un problema di atteggiamento. Ma come è che si allena questo atteggiamento? Come fa, vi chiederete voi, un giocatore che indossa una maglia pesante come quella rosanero, avere problemi di atteggiamento e approccio alla gara? Come si fa ad essere poco cattivi su una palla inattiva e non mettere il piede prima dell’avversario. Sembra che, almeno per ora, i nuovi acquisti non stiano dimostrando il loro valore reale e che, quelli dello scorso anno, siano un po’ intorpiditi.

Anche un problema tattico

Da tempo abbiamo ribadito (e continueremo a farlo perchè il nostro giudizio non può cambiare in 3 partite) che questa squadra è forte. Forte non per ammazzare il campionato e vincerlo, ma quantomeno per piazzarsi tra le prime 4° del girone. Tutto questo, purchè si inizi a fare sul serio. Atteggiamento sbagliato, approccio rivedibile, ma non solo: il problema del Palermo in queste ultime due partite è stato anche tattico. Ed è strano, molto strano, visto che Filippi si era contraddistinto nello scorso campionato per essere riuscito ad accorciare la squadra, per averla sistemata e aver dato lei una giusta distanza tra i reparti.

La squadra dovrebbe comprendere Filippi…

Strano, per uno come lui che, proprio alla vigilia del match contro il Taranto, aveva detto di aver lavorato molto sugli errori commessi a Vibo Valentia contro il Messina. E allora c’è qualcosa che non va? Qualcuno non capisce l’allenatore? Una settimana fa non funzionava il pressing e i messinesi riuscivano a saltare la prima pressione con una facilità disarmante. Contro il Taranto, tanti errori tecnici e almeno 10 contropiedi concessi, manifesto di una squadra, quella rosanero, non disposta bene in campo. Se poi si aggiungono gli errori tecnici e il mal piazzamento su situazione d’angolo, allora la frittata è servita.

Palermo, devi sapere di essere forte

Veniamo poi alla fase offensiva. Non è che tutte le partite possano iniziare da una situazione di vantaggio: capita che ci si possa ritrovare sotto nel punteggio. Allora la squadra forte, senza frenesia, cerca di giocare palla a terra e con pazienza di recuperare la partita. Invece i rosa si sono innervositi (esattamente come a Messina dove poi il pari è arrivato abbastanza casualmente) e hanno tirato solo due volte verso la porta avversaria. E poi quei lanci lunghi, quegli inutili lanci lunghi che hanno solo agevolato il compito della difesa Tarantina. A Messina era una mossa studiata perchè “i difensori peloritani andavano in difficoltà in quella situazione di gioco“, aveva detto Filippi. Adesso invece, perchè non si giocava palla a terra? Abbiamo notato quasi una paura a gestire il pallone, una fatica.

Reset e ripartenza, il tempo è amico

Tante cose non vanno per adesso, inutile nascondersi. Il Palermo deve ritrovarsi e il suo allenatore deve ritornare quello pieno di certezze di qualche mese fa. La squadra deve sapere di essere forte e deve giocare con più calma, gestire meglio certe situazioni. Abbiamo visto una sorta di Foggia-Palermo bis dello scorso anno (partita finita per 2-0). Quest’anno non è ammissibile, per tanti motivi: uno è sicuramente legato alla cessione. Il Palermo ha bisogno della Serie B se “vuole essere un prodotto più vendibile“, citando le parole di Mirri. I fantasmi dello scorso anno devono essere cancellati, questo è un nuovo capitolo che fa, ancora e nonostante un inizio zoppicante, sognare i tifosi.

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