Sarebbe troppo facile dire che il campionato è ancora lungo e che i tifosi del Palermo possono dormire sogni tranquilli. Sarebbe semplice trovare un alibi per ciascuna delle tre ultime uscite stagionali, steccate nel risultato e, per 2/3, anche nelle prestazioni. Qualcuno potrebbe dire che il punto preso a Messina ci può stare “perchè è pur sempre un derby”; qualcuno, ancora, può giustificarsi dicendo che “il Taranto si è uscito una partita stellare dal cilindro”. Col Catanzaro, poi, non ne parliamo: qualcuno è pure felice del pareggio.
Tante bugie e una sola verità
Tutti possono dire quello che vogliono, ma c’è una sola verità: 5 punti in 4 partite stagionali. Non un inizio straordinario, per quanto visto durante il ritiro e per il buon mercato portato a termine. A questa squadra, che potrebbe ritrovarsi già da stasera a -7 dalla vetta, manca la “cazzimma”. Chiamatela “furbizia opportunistica”, malizia, cattiveria, “positiva malvagità”. Insomma ad alcuni calciatori pare manchi la giusta determinazione, per un motivo o per un altro. Non ci sono dubbi che la squadra sia forte, ma allora cosa c’è che non va?
L’errore mediatico di Filippi
Come detto, il Palermo potrebbe trovarsi a -7 dal primo posto se il Monopoli dovesse battere questa sera l’Avellino, in casa. Non è che la squadra di Filippi sia la favorita per la promozione diretta, questo non lo abbiamo mai detto nè scritto. Ma il dato fa certamente capire quanto già la squadra soffra. Il “Mea culpa” di Filippi poi, è tanto bello dal punto di vista etico, quanto sbagliato dal punto di vista tecnico. In questo momento cambiare le cose solo per far sbloccare un attaccante, non serve. Se Brunori è forte (e lo è), allora troverà da solo la via della rete. Unitile gonfiarlo come un pallone definendolo “il più forte del campionato”.
La prestazione non serve più
Inutile, poi, fermarsi alla prestazione. Non serve davvero più. Boscaglia lo scorso anno ha sfoderato una serie di prestazioni convincenti portando a casa zero punti o punticini insignificanti. E la partita di ieri è andata così: tanta mole di gioco prodotta (sopratutto nel secondo tempo) e nessun gol. Serve il risultato, solo quello. E adesso le prossime due partite contro Monterosi e Campobasso, due squadre il cui valore tecnico è assolutamente inferiore a quello del Palermo, risultano decisive per il futuro dell’allenatore e per le ambizioni della squadra. Da Monterosi inizia un nuovo campionato, dalla provincia di Viterbo in poi, si deve mettere il turbo.
Passi in avanti sì (senza risultato), ma era prevedibile…
A volte si parla di “cura del dettaglio”, che nel calcio però è quella che fa vincere i campionati. Se per un pelo non si fa gol, la partita non si vince e si perdono 2 punti (quando va bene). Se il problema si ripete, anche dopo una prova convincente, il risultato sarà lo stesso e così via. Il miglioramento è stato netto rispetto alle ultime uscite stagionali (chi può dire il contrario?) ma con il Catanzaro era anche prevedibile che qualcosa cambiasse dal punto di vista caratteriale (non scontato ma prevedibile), per l’importanza della partita. Adesso serve ripetersi contro una “piccola”. Pena i fischi e le prime critiche pesanti.
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Con questa rosa al massimo puoi lettore, per non sfigurare ai play off. Che è l’obiettivo della società, va tutto secondo programmi. Non capisco la preoccupazione.
Senza un’attaccante da doppia cifra che sappia tener palla questa rosa faticherà sempre in qualsiasi campo.
Non è il Monopoli che deve impensierire, ma il Bari che in 4 partite ha il doppio dei nostri punti (10 contro 5).