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Comprate il Palermo FC e farete l’affare della vita

Palermo Di Piazza

Comprate il Palermo Football Club e farete l’affare della vita

Venghino signori venghino. Volete fare l’affare della vita? E allora dovreste comprare una parte delle quote del Palermo Football Club e dopo un anno e mezzo chiedere il doppio dell’investimento. Si avete capito bene. Ma spieghiamoci meglio, numeri alla mano. Che so magari investite sei milioni di euro e dopo poco più di diciotto mesi chiedete undici milioni e novecento mila euro.

State delirando dirà qualcuno. E no è questa la valutazione che l’ex socio di Hera Hora e vicepresidente del Palermo FC, Tony Di Piazza, ha fatto del suo 40% che deteneva fino al mese di giugno quando ha esercitato il diritto di recesso. A quella data la famiglia Mirri e Di Piazza avevano interamente versato i quindici milioni di capitale sociale. Quindi nove Damir, Dario Mirri e Daniele Mirri e sei Tony Di Piazza.
Parabola significa, sulla base di questa richiesta, che oggi secondo Tony Di Piazza il Palermo varrebbe ben oltre 30 milioni di euro. E dire che noi eravamo convinti di venire da due anni di covid, con incassi zero, e con una società che si trova in C. Evidentemente non abbiamo capito proprio nulla e il Palermo oggi è una società che non solo disputa il campionato di serie A ma che addirittura gioca la Champions League.

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Con questa mossa, diciamolo apertamente, secondo noi Tony Di Piazza si è letteralmente dato la zappa sui piedi.
Sfidiamo adesso chiunque a provare a difendere l’ex vicepresidente che ha sempre detto che il suo era un apporto di capitali fatto principalmente con il suo cuore rosanero. Crediamo sia difficile, davvero tanto difficile, che qualcuno possa sostenere le sue ragioni dopo questa quantomeno ardita richiesta.
Come si fa anche solo a pensare che oggi, non magari tra due stagioni in serie B o A, che la società rosanero possa valere una cifra simile? E poi non è stato lo stesso Di Piazza a dire più volte che non c’è mai stato nessuno interessato ad acquistare il suo 40%?

Come può mai valere undici milioni e novecento mila euro il 40% di una società che ha eroso gran parte del suo capitale sociale per coprire un anno e mezzo di perdite con sole uscite e praticamente senza alcuna entrata?
Non riusciamo proprio a spiegarcelo. Certo la quota dell’ex vicepresidente un valore lo ha senza alcun dubbio e toccherà, tra chissà quanti “secoli”, considerato che già l’udienza che doveva esserci in questi giorni è stata rinviata a novembre, ad un perito nominato dal tribunale deciderlo. Di sicuro nessuno potrà mai arrivare a giustificare e quindi confermare tale quantomeno ardita richiesta.

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E’ purtroppo chiaro che tutta questa brutta storia avrà qualche ricaduta negativa, seppur minima, sulla trattativa in corso per la cessione della società rosanero. Cessione che siamo sicuri avverrà, come tutti quanti ci auguriamo, su basi economiche ben più basse. Magari qualcosa più di un terzo di quanto sostiene valga l’ex vicepresidente. Quindi per una cifra vicina al valore che ha dato al suo 40%. Quindi provocatoriamente gli chiediamo perché a questo punto non compra lui il restante 60% del Palermo?

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