Eugenio Corini, capitano ed ex giocatore del Palermo è intervenuto come ospite a ‘Palermo Football Conference’. Ecco le sue parole:
“Il mio percorso d’allenatore a Palermo è durato due mesi sono arrivato con tanto entusiasmo, consapevole delle difficoltà. Ero convinto che potevamo salvarci. Nelle discussioni col presidente non eravamo allineati e decisi di dare le dimissioni. Palermo non è solo una squadra ma qualcosa di molto importante. Un ritorno? È una città che mi ha dato tanto, ho sempre cercato di ripagare l’affetto dando il meglio di me stesso. Se un giorno ci fosse la chiamata, la valuterei“.
“Ricordo più bello a Palermo? Sono tanti quelli straordinari ma il primo anno di A mi fa venire i brividi così come la promozione. Sono stati mesi bellissimi, ci riteniamo tutti fortunati ad aver vissuto quel momento. Oggi il Palermo va sostenuto in attesa di una nuova epopea“.
Sul Palermo di Guidolin, l’ex capitano rosanero, racconta un aneddoto: “Lui è stato un personaggio determinante per le fortune di quel Palermo. Delle volte usava qualche stratagemma particolare e un giorno venne nello spogliatoio, tirò fuori un fucile puntandolo su ognuno di noi e dicendoci che gli avversari ci aspettavano col fucile puntato. Quello stratagemma funzionò e passammo il turno col West Ham”.
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