Brunori “Pochi gol? Ho sbagliato ma do sempre aiuto”

Palermo – Matteo Brunori “Pochi gol? Ho sbagliato ma do sempre aiuto”

“Mi spiace per le occasioni mancate però siamo coscienti di essere forti”.

Questo il titolo di  Repubblica, oggi in edicola.

L’articolo di Valerio Tripi riprende le parole dell’attaccante rosanero Brunori, alla vigilia della gara con il Foggia.

Ha puntato tutto sul Palermo Matteo Brunori. «Non mi andava di fare un campionato anonimo da qualche altra parte – dice l’attaccante che compirà 27 anni il primo novembre – ho scelto Palermo perché mi ha dato subito tantissimi stimoli. Ho puntato tutto sul rosanero e sarei pronto a rifarlo».

Sull’inizio di campionato del Palermo il centravanti afferma: «Abbiamo lasciato qualche punto per strada che non dovevamo. Potevamo fare meglio, però stiamo lavorando bene e la squadra vuole più di quello che ha raccolto. Ne parliamo spesso e c’è la voglia di migliorare. Non avevo mai giocato in questo girone, poteva succedere di partire un po’ a rilento, ma con lo staff lavoriamo rivedendo le situazioni di gioco che ci hanno fatto perdere quei punti».

In merito alle critiche sulla mancanza di un vero bomber in squadra, Brunori risponde: «I tifosi lo dicono per stimolarci. Non credo che ci sia un giocatore che arriva e dice “faccio venti gol”. Dentro il campo ci sono mille variabili. Anche nelle partite in cui non segno cerco di dare il mio contributo. Per un attaccante il gol è vitale, spero di soddisfare i tifosi e soprattutto la squadra aiutandola a raggiungere il nostro obiettivo».

Il rigore contro il Catanzaro «ormai è acqua passata, mi sentivo in quel momento di tirarlo e mi sono preso la responsabilità di farlo. Anche se l’ordine dei rigoristi era Fella e poi io. Ma è finita lì. Si può sbagliare. C’è rammarico anche in questo caso perché poteva essere una vittoria molto importante».

Le voci sulla cessione del club entrano nello spogliatoio?
E sulla cessione societaria Brunori non ha dubbi: «Non abbiamo i tappi nelle orecchie. Sentiamo e leggiamo tutto. Ma è una cosa che non riguarda le nostre competenze. La società ci dà tutto per farci lavorare al meglio».

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