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Un’enorme figura di m***a.  Ora si attendono provvedimenti

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Palermo – Una enorme  figura di m***a.  Ora si attendono provvedimenti

Come tutte le persone sagge, di giudizio e soprattutto di una certa età, abbiamo lasciato passare qualche ora prima di ragionare su quanto visto (sarebbe meglio dire non visto) ieri a Torre del Greco.  Si sa, a freddo le analisi sono più accurate e meno dettate dall’adrenalina della partita. E proprio dall’adrenalina potremmo partire, ma ci torneremo.

La sensazione, a freddo, è del solito coitus interruptus. Perdonateci l’ardire dell’affermazione ma la sensazione è propria quella dell’eterna incompiuta. Di chi sta per fare il salto di qualità e puntualmente torna indietro. Si potrebbe parlare di passo del gambero ma la similitudine con la sessualità appare più opportuna proprio perché investe la sfera del piacere. Un piacere che i tifosi rosanero stanno lentamente perdendo. E non si può dire che abbiano torto, perché una prestazione come quella di ieri fa cadere braccia, latte e quant’altro…

10/15 minuti positivi e poi si è spenta la luce o forse sarebbe più corretto dire che è scoppiato un corto circuito.  Nessuno ci ha capito più niente e la gara è scivolata via senza sussulti, senza ardore e con la Turris che scorrazzava libera e bella. Del Palermo si erano perse le tracce. Non pervenuto. Nessuna reazione, nemmeno di rabbia, di incazzatura; nemmeno volerla mettere sul piano della rissa per far capire che c’era voglia di lottare. Nulla, tutto defluiva lento e inesorabile. E qui torniamo all’aspetto dell’adrenalina che forse è davvero la cosa più antipatica a cui si è assistito ieri.

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La mancata reazione: un secondo tempo abulico e noioso senza nessuna risposta, un lasciarsi andare che denotava aver perso fiducia e speranze. De Rose ha parlato di figura di mer** e meglio di così non poteva sintetizzare. La sua presenza in sala stampa e l’averci messo la faccia gli rendono onore e probabilmente è servita ad attenuare un pizzico la rabbia dei tifosi. Un vergognoso silenzio stampa sarebbe stato visto come il famoso struzzo che nasconde la testa sotto la sabbia per non vedere o sentire. Cosa che non può fare la società, far finta di niente ed andare avanti.

Urgono provvedimenti che non significa soltanto esonero dell’allenatore. Che ha le sue enormi responsabilità ma non è certamente l’unico. Considerare Filippi come unico capro espiatorio è scorretto oltre che palesemente sbagliato e puzza di scaricabarile. Prendere provvedimenti non significa soltanto esonerare Filippi, quello,  abbiamo intuito,  è un’evenienza probabile se non si  vince mercoledì col Francavilla. Prendere provvedimenti va inteso nella sua accezione più ampia che va da un ritiro punitivo, ad un confronto faccia a faccia con la squadra. Da un mettere qualcuno in tribuna ad una tiratina d’orecchie al mister ed al suo integralismo tattico. Insomma, farsi sentire e pure con grande veemenza perché quest’anno gli alibi (ritiro, amichevoli, rosa in divenire)  stanno a zero, sia in termini organizzativi che di costruzione dell’organico: tutto fatto secondo tempi e modalità adeguate.

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