Caso plusvalenze, il Codacons interviene e mette paura alla Juventus
La Juventus da un paio di giorni è sotto la lente di ingrandimento di tutta Italia. Ai risultati altalenanti sul campo si è aggiunta la bufera sul caso plusvalenze. Settimana da dimenticare per la società di Andrea Agnelli, e in fondo al tunnel non sembra esserci luce. Le accuse sulle plusvalenze gonfiate hanno mosso anche il Codacons a chiedere provvedimenti per i bianconeri a tutela dei tifosi. Il presidente Marco Donzelli ha dichiarato: “Presenteremo un esposto all’Antitrust e alla Procura Federale chiedendo la revoca degli scudetti e la retrocessione in Serie B della Juventus”. Se da una parte il Codacons prende una posizione decisa sull’argomento, ci sono altre figure che tentano di rasserenare il mondo Juve.
Caso plusvalenze, non solo Juventus: tra A, B e C tanti club rischiano
Le previsioni dell’avvocato Di Cintio
Il caso plusvalenze ha infatti già polarizzato l’attenzione della stampa sportiva italiana. Tanti sono i pareri in merito e i più esperti cercano di analizzare il problema. L’avvocato Cesare Di Cintio, esperto di diritto sportivo, in un’intervista rilasciata a Tuttosport, ha chiarito alcuni concetti sul caso. In primis il legale, come un buon insegnate, ha spiegato in maniera elementare cosa sono le plusvalenze e come si verificano. “Le società non sono solo di natura sportiva, ma sono anche finalizzate ottenere profitto. È assolutamente legale fare plusvalenze”. Entrando sempre più nello specifico, Di Cintio ha sottolineato come sia complicato riconoscere una plusvalenza gonfiata dato che non esiste un metodo scientifico per stabilire il prezzo di un giocatore.
Per quanto riguarda la posizione della Juventus nelle indagini, le parole dell’avvocato, fanno tirare momentaneamente un sospiro di sollievo ai tifosi bianconeri. “L’atto ricevuto dai dirigenti della Juventus non significa colpevolezza, ma semplicemente che la Procura sta indagando”. Durante l’intervista c’è spazio anche per parlare del precedente che potrebbe essere prezioso per le indagini: quello di Milan e Inter del 2008. A tal proposito De Cintio specifica come nella precedente indagine non si fosse ravvisato un “dolo” che lui definisce il nocciolo della questione: “E’ l’elemento che determina il reato contestato ai dirigenti bianconeri. Serve un dolo specifico, cioè la consapevole volontà dei dirigenti di alterare i valori dei giocatori”. Infine, l’esperto ha svelato ciò che potrebbe accadere alla società dal punto di vista sportivo. “La Juventus è anche quotata in borsa, quindi i suoi bilanci sono sempre controllati. Al momento sotto il profilo sportivo non c’è un allarme”, ha concluso.
Articolo a cura di Dario Correnti
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