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Palermo, capire un aspetto per non “impazzire” dopo una sconfitta

filippi esonerato

Dopo il silenzio dei fenomeni da tastiera, in seguito ai 6 risultati utili consecutivi, è ritornato il classico lamento dei “leoni” dopo la sconfitta di Picerno. Ed era quasi scontato, perchè i tifosi del Palermo (non tutti, sia chiaro) ragionano così. Allora sui social sono ritornate le critiche a squadra e società, dopo le immancabili ingiurie al tecnico Giacomo Filippi. Su di lui abbiamo già scritto e detto abbastanza, non è il caso di ricominciare. Anche i muri sanno che tipo di allenatore è, nel bene e nel male. E’ fastidioso che comunque non si sia accettata con serenità la caduta di ieri. E’ ingiusto, anzitutto.

“Competitivo”, non “imbattibile”

Chi così ha reagito, forse non ha esaminato bene dove questa squadra, salvo imprevisti clamorosi (che a volte il calcio regala), può arrivare. Il Palermo non è la Ternana dello scorso anno e non è nemmeno il Bari di quest’anno. L’aggettivo giusto da collocare sulla carta d’identità è soltanto uno: “competitivo”. Niente di più, in fin dei conti, che una squadra forte, che può dire la sua per arrivare nei piani alti della classifica. Inseguire il 2° posto, insomma, si può. Se qualcuno va però avanti con le pretese ed esce fuori dalle orbite, sta commettendo un errore di valutazione.

L’obiettivo alla portata

Il 2° posto è assolutamente alla portata e sarebbe pure il piazzamento migliore in ottica playoff. E’ alla portata ancor di più oggi, visto che i rosanero si ritrovano a doverlo contendere non con particolari corazzate e con squadre, che il più delle volte hanno un calo fisico e mentale nella seconda parte della stagione (ormai vicinissima). Conseguenza del ritardo di alcune big come Catanzaro, che nel tardo pomeriggio ha esonerato il proprio allenatore, e dell’Avellino, in ripresa ma ancora alla ricerca della forma migliore. Turris e Monopoli sono forti e vanno rispettate, ma restano squadre che viaggiano, al momento, sulle ali dell’entusiamo (e poco altro).

Classifica che rispecchia i valori

Insomma la parola d’ordine è “calma”, che poi il sangue sia freddo o caldo poco importa. Non è tuttavia possibile, nè corretto, sbraitare dopo una sconfitta che ci può anche stare dopo 6 risultati utili consecutivi (di cui 5 vittorie e un pareggio contro l’Avellino). E il motivo, è sempre lo stesso: il Palermo non è squadra da primo posto. E’ in linea, però, con gli obiettivi stagionali in relazione alla qualità della rosa a disposizione; non c’è dubbio. Il 3° posto non è poca roba, con uno scontro diretto alle porte per riprendersi la 2° posizione. Insomma non c’è motivo di andare a processo o emettere sentenze, c’è solo da elogiare quanto fatto nell’ultimo mese e mezzo e accettare che di successi ce ne saranno ancora tanti, così come di cadute. Perchè questa è la Serie C.

C’è rammarico ma i tifosi capiscano una cosa

Il rammarico, certo, per Filippi, è quello di aver perso punti contro una “piccola”. E soprattutto di averli persi forse nello scontro più semplice (almeno sulla carta) dei 3 che anticipano la sfida contro il Bari capolista. Pagata la troppa fretta di segnare e la poca incisività negli ultimi 20 metri. Poi non si può dire che i rosanero non ci abbiano provato o non siano andati a comandare il gioco per buona parte della gara. Certo che però, si doveva fare di più, perchè si poteva, chiaramente. Rammarico sì, ma chi era bravo negli ultimi 2 mesi non può diventare scarso d’un tratto. Bisogna mettersi il cuore in pace sul fatto che questa squadra non sia pronta a vincere il campionato (a meno di caduta libera del Bari), dal punto di vista mentale soprattutto. E allora, capito questo, anche l’animo dei tifosi dopo una sconfitta sarà ben diverso.

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