La gestione del caso Salernitana
Mario Sconcerti si è espresso ai microfoni di TMWRadio sul caso Salernitana, criticando duramente i piani alti della federazione, incapaci, a detta sua, di gestire la situazione relativa alle multiproprietà. Il club campano, promosso in Serie A la scorsa stagione, era infatti di proprietà di Claudio Lotito, ma come di regola un presidente non può averne due nella stessa categoria. In estate le sorti della società erano state affidate al Trust, che aveva il compito di trovare nuovi acquirenti e risolvere definitivamente il caso. Le offerte non sono arrivate e la data di scadenza, fissata al 31 dicembre, ha reso tutto ancora più complicato. La Salernitana rischiava seriamente di essere esclusa a campionato in corso, ma nel pomeriggio di ieri la Lega si è espressa sull’argomento aumentando la proroga al 30 giugno permettendo così di completare la stagione.
Le parole di Sconcerti e la dura critica alle multiproprietà
La Salernitana, ad ogni modo, non è l’unico club che in futuro potrebbe incorrere in tale problema. Mario Sconcerti in tal senso ha voluto dire la sua in merito ai casi di multiproprietà che sono presenti nel nostro calcio, in particolare quello del club campano e quello relativo Bari. Il giornalista critica duramente i piani alti del calcio italiano, colpevoli di una gestione negli anni troppo morbida di cui ora si stanno pagando le conseguenze.
“Caso Salernitana? Era una operazione corretta che andava contro il regolamento però. Non si potevano avere società professionistiche, non solo di Serie A, quindi ci sono sempre state deroghe per Lotito e De Laurentiis con il Bari. Si è data una continuità a una situazione che non era regolare. Adesso è diventata una palude. Magari qualcuno c’è ma aspetta da uscire fuori, sfruttando magari l’esclusione del club. Tutti sono colpevoli. L’intera gestione della Federcalcio è stata di comodità. È l’intera azienda Serie A che ha difficoltà a vivere bene, con alcune eccezioni. Da anni è gestita in un modo molto accomodante. Negli ultimi anni almeno dieci società hanno cambiato proprietà, finendo in mano a fondi o proprietari americani”, ha concluso.
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