Danilo Pagni, ex direttore sportivo della Viterbese, è intervenuto nel corso di un’intervista esclusiva ai microfoni di tuttoc.com per analizzare il mercato di Serie C. Tra i tanti argomenti, Pagni si è anche focalizzato sul neoallenatore del Palermo Silvio Baldini.
Le dichiarazioni di Danilo Pagni
“Siamo in una fase epocale, nella quale i parametri economici e tecnici sono cambiati. Nonostante le iniziative fatte, le società sono in grandissima difficoltà – esordisce così Pagni in riferimento al mercato costantemente flagellato dall’emergenza Covid –. In Lega Pro c’è un grave problema economico e non si risolverà fino a che non si riscriveranno le regole. Le proprietà devono essere scremate, fuori dal tempio gli avventurieri e i fachiri. Chi acquisisce un club deve avere rispetto per la città, per la provincia e per i dipendenti, perché c’è gente che vive solo di calcio. I presidenti hanno bisogno di iniezioni di liquidità, di essere supportati. È un sistema che ormai si regge sulla legge Melandri, sul minutaggio e sugli sponsor. È un sistema in default. Mancando la C2, uno step tecnico importante, il livello dello spettacolo si abbassa”.
“Mi ripeto – prosegue Pagni –, bisogna riscrivere le regole, cercare di abbassare la tassazione e trovare gli strumenti giuridici ed economici affinché i proprietari possano attingere a liquidità. Altrimenti è un sistema fallimentare. Il fatto di non aver pagato i contributi fino adesso è un vantaggio, ma domani sarà un problema. Adesso è tempo di ispezioni Covisoc, le società dovranno ricapitalizzare e pagare i contributi”.
Dopo aver chiuso la parentesi mercato, il direttore sportivo si concentra sulla situazione del Palermo, dichiarando: “Non mi faccio suggestionare dai nomi delle piazze, verso le quali ho grande rispetto. Quando si parla di Palermo, Catania, Taranto, eccetera, il blasone, con tutto il rispetto, non è proporzionale al valore tecnico. Hanno responsabilità molto superiori al blasone, si creano delle aspettative molto superiori alla normalità. Baldini è un tecnico che ha un suo modo di essere, preparato e originale. In campo non va il blasone ma i valori tecnici. La C si è abbassata come valore, non c’è più la C2 né grandissime proprietà, oltre al Covid-19. Si creano aspettative eccessive legate al blasone attorno a giocatori normali”.
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