Un gran numero di infezioni asintomatiche non viene oggi più rilevata. Per questo, con il supporto del recente studio Hospitalisation risk for Omicron cases in England dell’Imperial College di Londra, oggi è registrata soltanto una frangia di contagi reali che oscilla tra il 15 e il 30%.
Gabanelli e Ravizza, sul Corriere della Sera, analizzano il possibile e reale numero di contagi attuale in Italia.
Il loro calcolo partendo dall’assunto che il tasso di positività non è mai stato così alto
stima il numero di attuali positivi tra gli 8 e i 16 milioni totali. Chiaramente deducibile che, maggiore è il tasso di positività (oggi stabile al 15-16%) maggiori sono i positivi che difficilmente vengono tracciati. Il sistema di tracciamento è in crisi e la maggior parte delle infezioni, ancora una volta – quelle asintomatiche – non può essere rilevata.
Il quotidiano nazionale si sofferma inoltre sulla tesi che soltanto la terza dose, il booster o una vaccinazione eseguita da meno di tre o quattro mesi può garantire una protezione sui contagi. Mentre ancora alte restano le percentuali sui ricoveri: uno su due, in questo ultimo mese, riguarda una persona non vaccinata e due su tre di quelle in rianimazione. L’efficacia nella protezione è al 98% nei soggetti vaccinati con dose aggiuntiva, 95% nei vaccinati con ciclo completo da meno di 90%, 93% nei vaccinati con ciclo completo da 91 e 120 giorni e 89% nei vaccinati con ciclo completo da oltre 120 giorni.
Il flusso così elevato dell’attuale numero di positivi è caratterizzato soprattutto dalla comparsa della variante Omicron che i primi di dicembre aveva una incidenza intorno allo 0,32%, mentre oggi si attesta intorno all’80%. E analizzando i numeri presenti nell’approfondimento redatto da Gabanelli e Ravizza sul Corriere della Sera, Omicron sta inoltre causando un aumento dei ricoveri sia in percentuale che in numero assoluto.
Difficile, ancora una volta, con questo virus fare delle previsioni. Da inizio dicembre ad oggi, l’Rt da ricoveri in aria medica è rimasto sempre sopra 1 (tra 1,1 e 1,3), cioè un numero di ricoveri in crescita tra il 10 e il 30% a settimana. Con una curva epidemiologica invariata, nelle prossime settimane potrebbe esserci un’occupazione di posti letto tra i 20 e i 31 mila.
Non è detto che andrà così. Anzi. Questo elevato e possibile numero di infezioni potrebbe favorire il muro dell’immunità contro nuovi diffusioni della variante.
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