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Palermo, guarda Catania e Messina: l’orgoglio di toccare il fondo e reagire

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Palermo, da squadre come Catania e Messina, hai solo da imparare. I risultati della venticinquesima giornata di Serie C lo dimostrano: i rosanero sono lì in alto in classifica, mentre i giallorossi lottano per non retrocedere ed i rossazzurri sono ormai falliti, per cui poco importa loro di come finirà questo campionato. Le difficoltà non mancano alle due compagini siciliane, eppure entrambe hanno collezionato due vittorie prestigiose contro squadre che hanno un piazzamento decisamente migliore. Nel lunch match, infatti, gli etnei hanno asfaltato la Turris, finora ritenuta una delle corazzate a sorpresa della stagione, mettendo a segno tre reti, l’ultima al 97’. Un segnale del fatto che, nonostante le difficoltà extra-campo, la squadra non ha intenzione di mollare. Nel pomeriggio è stato invece il turno dei peloritani, che al di là di qualsiasi pronostico, hanno battuto il Bari in rimonta. La capolista era andata in rete a soli dieci minuti dal fischio di inizio, ma dopo sei giri di orologio gli avversari hanno riportato il risultato sull’equilibrio. Un pari che avrebbe già avuto il sapore di trionfo, ma gli uomini di Raciti non si sono accontentati e all’87’ hanno messo a segno la rete della vittoria.

Messina e Catania non hanno una società solida alle spalle: una è appena tornata tra i professionisti ed è in vendita, l’altra è stata dichiarata fallita dal tribunale. Catania e Messina non hanno un esperto allenatore in panchina: l’esperienza più prestigiosa di Francesco Baldini è stata quella col Trapani in Serie B, ma fu esonerato dopo sedici giornate; il tecnico dei peloritani Ezio Raciti è stato scelto poiché la dirigenza, dopo il flop di Eziolino Capuano, non sapeva a chi rivolgersi e ha trovato le braccia aperte di colui che poco prima li aveva condotti tra i professionisti. Messina e Catania non hanno neanche una rosa fatta di grandi nomi né tantomeno un bomber capace di risolverla in qualsiasi momento: gli etnei sono stati decimati sul mercato e attribuire ogni merito a Moro sarebbe improprio, mentre tra i peloritani sono pochi i giocatori che possono vantare un palmares degno di nota, anche se dal mercato di gennaio sono usciti senza dubbio rafforzati. Eppure…

La domanda è d’obbligo: cosa hanno Catania e Messina in più del Palermo? Cuore, grinta, orgoglio. Le parole per spiegarlo potrebbero essere tante, forse da riassumere in una soltanto: carattere. Un fattore che va oltre ogni tecnicismo ed ogni nome ed ogni singolarità. A trionfare contro Turris e Bari non sono stati i singoli, ma le squadre con la loro voglia di dare dignità ad un campionato in cui sembravano avere raggiunto il fondo. Perché si sa, bisogna sempre toccare il fondo per risalire. Il Palermo, però, quel fondo sembra averlo toccato tante volte, senza risalire: cambiando volto e protagonisti, ma non trovando ancora quel carattere che può fare la differenza. E non è un caso, in tal senso, che contro Messina e Catania in questa annata non siano arrivate vittorie. Non resta, dunque, che prendere esempio da due compagini che, nonostante tutto, sanno dove trovare la forza per reagire: è l’unica soluzione per dare un tocco di colore ad un campionato anonimo che i tifosi ormai si augurano giunga ai titoli di coda al più presto, indipendentemente dal suo esito.

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