La 28a giornata del campionato di Serie C Girone C vedrà scontrarsi Palermo e Turris; in attesa del match il tecnico Silvio Baldini ha voluto esprimere il proprio pensiero. Le aquile rosanero sono dunque pronte ad affrontare i corallini campani. Ecco di seguito le dichiarazioni del tecnico di Massa in conferenza stampa.
Le dichiarazioni di Baldini
“L’equilibrio è fondamentale, ma si può trovare anche giocando in attacco. Se si va in campo soltanto per difendersi non è possibile regalare emozioni. In ogni momento dobbiamo potere fare gol. A Foggia abbiamo creato noi più situazioni da gol, ma loro sono stati più incisivi. Bisogna continuare su questa strada. L’unica partita in cui all’inizio non siamo riusciti a spingere fin dall’inizio è stata questa e abbiamo preso gol subito. Dobbiamo giocare uno contro uno e se veniamo superati nel duello a quel punto dobbiamo abbassarci a coprire a zona”.
“Tutte le squadre oggi giocano così, non penso che la Turris abbia giocatori più forti di noi. All’andata abbiamo perso 3-0, per cui sappiamo di incontrare una squadra che può fare male. Dobbiamo cercare di fare vedere che anche noi abbiamo qualità. Analizzando le partite, si vede che anche il Foggia, seppure abbia vinto, ha fatto tanti errori. Avevano però determinazione, non gli interessava rischiare di prendere gol ma ripartire. È una filosofia di Zeman, che ha fatto la storia del calcio. Può non piacere o non piacere, ma il calcio deve emozionare i tifosi. Quei risultati da 1-0 fanno contenti ma non servono a costruire. A volte costruisce più una sconfitta che un pari o una vittoria”.
“Ritorneremo al 4-2-3-1 perché è quello che ci dà maggiore equilibrio e sicurezza. Gli infortunati? Buttaro e Dall’Oglio si sono aggregati, ma solo per due allenamenti. Hanno bisogno di continuare il recupero”.
“L’errore a Foggia è stato mio, mi assumo le responsabilità. Pensavo di aiutare la squadra cambiando modulo ma così non è stato. Sul 2-1 dopo 35′ abbiamo cambiato, ma pur giocando con un difensore in più sugli esterni non avevamo più l’equilibrio necessario a fare le cose. Gli avversari ne hanno inevitabilmente approfittato. Non siamo però stati una squadra morta, in campo c’eravamo. Dalla panchina io e i miei collaboratori, ma anche chi ha guardato la partita, sembrava che potessimo riaprirla, nel caso in cui fossimo stati più concreti. I presupposti per far gol c’erano, non per errori degli avversari ma per azioni costruite da noi”.
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