A Potenza Baldini si è presentato con qualche cambio in difesa, con Doda al posto di Accardi e con Marconi al posto di Perrotta, rispetto all’ultimo turno di campionato. Un solo risultato a disposizione per il Palermo: la vittoria. Il tecnico di Massa Carrara chiedeva alla vigilia la stessa prestazione di Francavilla, ma il risultato di Avellino. E non potrebbe essere altrimenti, visto che i rosanero sentivano il bisogno vitale di punti per restare agganciati al 2° posto (occupato dal Catanzaro).
Primo tempo: tante occasioni, poca qualità
Non è stato un cattivo Palermo: aggressivo, propositivo, forse non molto spumeggiante nel gioco. Le solite tante occasioni da gol, il solito “0” sulla casella reti segnate. Almeno 4 sono quelle nitide, a partire dal 9′: Dall’Oglio raccoglie la seconda palla al limite dell’area e calcia, ma la sfera sbatte sulle “manone” di Greco. 2′ più tardi è Valente a calciare sugli sviluppi di calcio d’angolo, ancora Greco a scarabocchiare fuori. Il Potenza era comunque vivo, ma soprattutto ha fatto la partita che voleva: solidità difensiva e ripartenza.
Nella fase centrale del primo tempo i siciliani si sono un po’ spenti: i lucani hanno chiuso le fasce e schermato Luperini nella zona nevralgica del campo. Rosa nervosi e inceppati, Potenza ordinato e in vantaggio (28′): Romero raccoglie col gambone il traversone di Coccia dalla destra e mette alle spalle di Massolo; male Doda in marcatura e 1-0 per i rossoblù. Al Tramonto del primo tempo c’è spazio anche per la traversa di Lancini e il salvataggio sulla linea sul successivo colpo di testa di Doda.
Secondo tempo peggiore dell’era Baldini
Le occasioni sono state 4, ma la manovra non è stata la solita. Il Palermo ha giocato molto sul lungo, poco sul fraseggio, come ai tempi di Giacomo Filippi. E il secondo tempo va decisamente peggio. I rosa sono i più brutti dell’era Baldini, Greco non effettua una parata e al 60′ Cuppone disegna meravigliosamente sotto l’incrocio dei pali: é 2-0 e notte fonda per i siciliani. In contropiede i padroni di casa hanno rischiato più volte anche il tris. Alla vittoria importante contro l’Avellino. La fragilità rosanero è contenuta tutta nell’ultima settimana (due pareggi contro squadre abbordabili), specchio della personalità scadente di questa squadra. Floriano non incide dal suo ingresso in campo, Soleri fa meglio dell’ex Bari. Non una sola occasione, il Potenza ha controllato senza troppe difficoltà e la partita è filata liscia come il marmo (almeno fino al 70′).
Brunori salva la faccia, pareggio amaro
Al 75′ Zampano sfiora il 3° gol a tu per tu con Massolo, che col piedone dice di no. Quando sembrava tutto facile, però, Soleri trova il gol della speranza e piazza alle spalle di Greco, facendo 2-1 (79′). Negli ultimi 10 minuti i rosa attaccheranno a testa bassa, col cuore più che con la qualità; coi nervi. Uno degli ultimi ad arrendersi è stato De Rose, il cui tiro al minuto 85 é finito alto di poco, sugli sviluppi di uno schema da calcio d’angolo. Al 90′ Soleri viene atterrato in area e il direttore non ha dubbi: calcio di rigore. Brunori dal dischetto non sbaglia e trova il suo 18° gol in campionato, il 9° nelle ultime 10. E’ 2-2, con difficoltà, ma con orgoglio, quello che forse resta ancora a questa squadra.
Il cuore oltre l’ostacolo, ma é un punto che serve a poco, soprattutto in virtù della probabile vittoria del Catanzaro (2-0 all’intervallo contro la Turris). É invece il Messina a regalare una gioia ai rosa, col pari dell’ultimo secondo contro l’Avellino, al Partenio. Serve fare di più, sono due punti persi. Baldini si mangia le mani, i rosa vedono il secondo posto più lontano.
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