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“Per fortuna che il mio titolare è più malato di me”

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Playoff – “Per fortuna che il mio titolare è più malato di me”

Storie di ordinaria follia. O forse di straordinaria follia. Perché non è ordinario o consueto l’entusiasmo che è scoppiato improvvisamente intorno al Palermo. Si, diciamolo francamente, improvvisamente. Fino all’ultima gara casalinga al Barbera si sono visti i soliti noti, quei 4-5mila che hanno seguito la squadra tutto l’anno. Ed in trasferta i soliti 100-200 instancabili, encomiabili supporters. Poi all’improvviso, senza nessuna gradualità, ma tutta in una volta, scoppia la febbre rosanero. A 360 gradi: bambini, giovani, donne, adulti e pure fra chi non sa nemmeno chi sia Brunori o l’allenatore del Palermo.

Il Palermo va in B se… tutte le combinazioni possibili

Playoff – Ora tutti sono fans sfegatati della squadra di Baldini. Va bene così, meglio questo che il tiepido interesse. E non importa se qualcuno di loro abbia trascorso l’inverno sul divano a guardare le partite delle “strisciate”. L’importante è esserci nel momento del bisogno. Va bene tutto, va bene così.

E poi ci sono le storie che sanno di incredibile, storie che se non le avessi ascoltate con le tue orecchie, faresti fatica a crederci. Storie di palermitani all’estero o fuori città. Storie di sacrifici, di migliaia di chilometri, di decine di ore di viaggio. E storie di intere giornate lavorative passate ad organizzare la trasferta. Passate a prendere un biglietto partita che a volte ti costa 2-3 giorni di attese. Sistemi che si bloccano e che fanno perdere ore, giorni.

Non ce la faccio più. Ma quando viene domenica?

Liste d’attesa online infinite. E giorni di lavoro sprecati. E posti di lavoro a rischio, perché il rendimento è crollato, nelle ultime settimane. Diciamo da Trieste in poi. Storie di chi ruba qualche ora al proprio lavoro per restare attaccato al pc perché in coda per il biglietto. O per trovare treni e aerei che possano far risparmiare. Storie di chi non vuole farsi scoprire dal titolare o dal direttore. O storie di chi non rischia perché sebbene all’estero “il mio titolare è più malato di me”.

Verso la finale: Euganeo, uno stadio ridotto così come il settore ospiti

Playoff – E poi la partita, l’eccitazione e l’euforia di esserci. Quando la fatica non si sente ma si vuole solo urlare la propria passione, esporre un cartello improbabile con provenienze che non ti aspetti. Da tutta Europa ma anche da diverse regioni d’Italia. Vengo da Parigi… e noi da Dublino. Io mi sono fatto 4 ore dalla Costa Azzurra. Io Modena, io Verona, io …
Tanti, tantissimi i posti da cui sbarcano i tifosi del Palermo e come se la squadra lo sapesse, ha sempre risposto presente. Così il viaggio di ritorno diventa leggero leggero. E pronti per una nuova avventura.

 

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