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Baldini: “Momento più bello? La chiamata di Castagnini. Gli ultras…”

Serie C baldini

 

Si avvicina la finale e lo fa con le conferenze stampa pre match. Il tecnico Silvio Baldini è intervenuto nella giornata odierna alle consuete domande di presentazione della gara che vedrà il suo Palermo affrontare il Padova nella sfida valevole per l’ultimo biglietto per la Serie B. Andata che ha sorriso ai rosanero grazie al gol nei primi 10′ di Roberto Floriano con un tap-in dopo il passaggio di Valente dalla destra.

LE DICHIARAZIONI DI BALDINI PRIMA DI PALERMO-PADOVA

Interrogato sulla gioia più grande che ha vissuto durante il percorso verso la finale, Baldini ha risposto così: Il momento più bello della mia parentesi è stata la chiamata il 23 dicembre. Le difficoltà sapevo che sarebbero arrivate, ma sapevo anche che non avrei dovuto mollare. È una chance del destino, non ho mai potuto arrendermi. I momenti non sono negativi quando perdi una partita, ma quando vedi che la squadra non crede in quello che fa. Ci sono tanti passaggi in questo percorso che non sono sembrati belli, ma non esiste un momento più difficile. Ho la sensazione di essere arrivato qui per giocarmi le mie chances dopo 18 anni. Non voglio dirlo perché so che domani andrà bene, ma indipendentemente da come andrà sono felice di ciò che ho fatto.

Ecco invece cosa infastidisce Baldini sulla partita di domani: “L’unica cosa che mi dà fastidio a volte non è pensare alla sconfitta, ma pensare alle persone che godono nel vedere che le cose vanno male. Il calcio è pieno di persone così. Sono meschine e non valgono niente. Creano una società di invidia. A volte sentiamo parlare di pace, ma come fai a pensare che finirà la guerra se esistono persone così? Non capiscono cosa sono la cultura e le radici di un popolo. Chi ha cultura ha qualcosa di più profondo che porta ad andare oltre la realtà. I meschini non possono farcela. Non mi metto al pari loro, voglio accettare anche la loro esistenza”.

Inoltre, il tecnico rosanero ha aggiunto: Noi ci stiamo giocando una finale bellissima, comunque andrà siamo orgogliosi di quanto fatto. Non mi fa paura né il Padova né la Juventus, voglio che la squadra vada a giocarsela. Il mondo del calcio è pieno di gente che godono a vedere gli altri stare male, quando le vedo mi vengono brutti pensieri e cerco di togliermeli e mantenere le distanze. Non mi riferisco a qualcuno in particolare, ma al mondo di ipocriti a cui piace fare i professori. A uno come me a cui non frega niente di essere considera bravo, ma essere veicolo di un messaggio importante. Aiuterò sempre chi ha più di bisogno. Nel calcio invece questo non esiste. Ti dicono che conta solo chi vince, i titoli che hai. Nessuno riesce a condannare questi messaggi sbagliati. Questo non porta a far capire che il calcio è fatto di famiglie.

Non esiste rivalità, ma esiste passione. Quando gli ultras si picchiano andiamo a prendere il capro espiatorio dei brutti gesti senza capire che è colpa della cultura sbagliata che gli è stata insegnata. In galera non dobbiamo mandare gli ultras, ma chi ha creato una cultura divisoria creata da chi ritiene che conti solo essere il più bravo. Così non si avvicinano le persone. Poi tutti quando c’è la guerra vogliono la pace, ma non gliene frega niente di chi muore, vogliono solo dimostrare chi è più cattivo. Per me non conta essere il più bravo, ma si è già fortunati nell’essere persone felici che possono godersi ciò che hanno”.

Interrogato sull’importanza del gruppo, Baldini ha risposto così: “La normalità è fare le cose giuste. Brunori aveva una data inderogabile, non poteva rinunciare. Non siamo stati professionali? Se ci fossimo salvati la faccia impedendogli come nei grandi club di andare lo saremmo stati? È vedere la questione con gli occhi da ipocrita. Per me può anche giocare male, non mi interessa nulla. A me interessa che sia felice di quello che ha fatto, indipendentemente dalla sua prestazione. È la serenità che ci ha permesso di arrivare fino a qui. Non mi importa di dimostrare la nostra professionalità. Io voglio essere un dilettante. Voglio che la mia famiglia si goda le cose semplici, come un compleanno o una cena.

Io vivo di piccole cose. Quello che facciamo noi ogni giorno, dagli allenamenti agli esami del sangue fino alla dieta: non sono mica cose da bischeri perché Brunori si è andato a sposare. Poi magari lì in alto dove si sentono professionisti il mister ha l’amante e viene a trovarlo in ritiro”.

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