Palermo e il Palermo possono salvare il calcio italiano
“Non dire gatto se non lo hai nel sacco”, diceva il buon e saggio Trapattoni. Un detto che potrebbe essere “adattato” alla trattativa per la cessione della società rosanero se non fosse che stavolta, a meno di clamorosi e inspiegabili dietrofront, è davvero dietro l’angolo. La prossima settimana, infatti, Dario Mirri e i rappresentanti del City Group si siederanno per l’ultima volta attorno ad un tavolo, tra Palermo e Milano verosimilmente, per suggellare una trattativa che cambierà la storia della società rosanero.
Un cambiamento epocale che potrebbe salvare il calcio italiano. Addirittura? Sì, riteniamo, magari forzando un po’ la mano, che possa essere così e proviamo a spiegarlo.
Diciamocelo chiaramente: il calcio italiano è alla frutta da diverso tempo, una crisi, ad oggi, irreversibile.
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Un calcio che per la seconda volta consecutiva non vedrà la nazionale ai mondiali, un calcio che non interessa più a nessuno o quantomeno a pochi, un calcio figlio di errori, fatti scientemente, spesso, un calcio dove comandano presidenti tutt’altro che limpidi e specchiati, un calcio dove non si vuole cambiare perché mantenere lo status quo conviene a chi da sempre si spartisce il “bottino”, un calcio che andrebbe riformato se non fosse che a riformarlo sono gli stessi che devono essere riformati, un calcio che ha sempre meno appeal, un calcio che ha un pubblico sempre più “vecchio” che va in stadi vecchi e spesso fatiscenti.
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E cosa c’entrerebbe il Palermo in tutto questo considerato che si parla di “massimi sistemi”? Il Palermo in questo quadro desolante potrebbe arrivare a sparigliare tutto, un po’ come provo a fare nei primi anni della sua epoca rosanero l’eretico Zamparini. Solo che stavolta non ci sarà appunto lo Zamparini di turno, il visionario pronto a combattere contro tutto e tutti a “mani nude, ma una potenza economica che il calcio italiano potrebbe comprarselo in blocco o quasi. Oggi, domani, dopodomani, lor signori probabilmente dovranno iniziare a fare i conti con una nuova, bella, solida e probabilmente potente realtà.
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L’entusiasmo di Palermo, le potenzialità che ha il Palermo insieme alla voglia di far bene del gruppo dello sceicco Mansour potrebbero spingere tutto il sistema calcio verso una direzione diversa se non vorrà implodere definitivamente. Nuovi stimoli, idee e voglia di far calcio al City Group non mancano e chissà che non riescano ad essere trainanti per tutto il movimento italiano. Del resto se il gruppo capitanato da Mansour ha trasformato una “normale” squadra inglese come il Manchester City in una “potenza mondiale” del calcio qualche capacità l’avrà pure. Così come è certo che non verranno a Palermo a fare le belle statuine. Mansour e i suoi non hanno bisogno di “vetrine”.
Al contrario della Federazione Italiana Giuoco Calcio. Non riteniamo un caso che Palermo ed il suo entusiasmo vengano utilizzati per dare visibilità al calcio italiano trasmettendo la partita sulla seconda rete nazionale. Non riusciamo proprio a spiegarcelo in modo diverso, considerato che mai una gara della terza serie ha avuto un tale palcoscenico.
P.S. Che siete esagerati e quante fesserie avete scritto, dirà qualcuno o diranno in molti, ma va bene così. Ci piace sognare ed illuderci anche perché siamo pur sempre tifosi…palermo, o no?
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