Per godersi un sole splendente bisogna prima affrontare la tempesta. E oggi il sole su Palermo e sul Palermo splende forte, e non solo per il caldo che da qualche settimana caratterizza il clima della città. L’aquila ha spiccato il volo ed è risorta dalle ceneri di un fallimento che aveva portato solo grigiore e poco entusiasmo. I playoff si sono conclusi con l’apoteosi del Barbera in festa per la promozione in Serie B, a distanza di tre anni dal fallimento che decretò la fine di un’era per l’allora US Città di Palermo. Oggi il nuovo Palermo F.C capitanato (ancora per poco) da Dario Mirri ritorna nel calcio che conta, in quella categoria che tre anni fa lasciò.
Prima tappa: la nuova società e la Serie D
Estate 2019. Dopo giorni di tensione l’US Città di Palermo viene ufficialmente dichiarato fallito. I Tuttolomondo non versano la fideiussione per l’iscrizione al campionato di B e da lì in poi il crollo è dietro l’angolo. I tifosi rosanero però, cercano di vedere il bicchiere mezzo pieno, una prerogativa del nostro essere. “Meglio ricominciare, che andare avanti con i dubbi”, è stato il ritornello di un’intera estate. E allora ecco la soluzione che ha due nomi e due cognomi (almeno inizialmente): Dario Mirri e Tony Di Piazza. I due imprenditori saranno gli incaricati della rinascita partendo dalla D. Nell’arco di un mese circa viene costruita la squadra che avrà come scopo l’immediata risalita e il ritorno al professionismo.
La nuova storia della Ssd Palermo parte da Marsala. La squadra che aveva lanciato campioni come Pastore, Dybala e campioni del mondo come Barzagli, Zaccardo e Toni non c’era più. Al loro posto dei ragazzi, magari non con gli stessi mezzi tecnici, ma con la voglia di riportare i colori rosanero nelle categorie che merita. La guida tecnica va a Rosario Pergolizzi, una scelta quasi simbolica, visto che con i rosanero, l’allenatore palermitano era stato campione d’Italia del campionato primavera nella stagione 2008/2009.
I rosanero partono forte vincendo le prime dieci gare di fila. Quel campionato però non finirà sul campo, perchè nel marzo del 2020 in Italia e in tutto il mondo entra, purtroppo, a far parte della nostre vite il virus Covid 19. Quel campionato non verrà mai ripreso, ma garantirà comunque la promozione in C ai rosanero, che al momento dello stop si trovavano primi nel Girone I di Serie D a 63 punti.
Il primo anno di C e le tensioni tra Mirri e Di Piazza
La Ssd Palermo diventa Palermo Fc. La panchina passa a Roberto Boscaglia, che però non riesce a trovare una quadra e ad ottenere i risultati sperati. Proprio per questo verrà esonerato a stagione in corso. Questa però è la prima annata caratterizzata dalla presenza del Covid, che in casa Palermo una settimana prima del derby con il Catania porta al contagio di gran parte della rosa. Per il match al Barbera i convocabili sono solo 12, l’unico in panchina è il portiere di riserva. Il Palermo riuscirà a pareggiare per 1-1 dando una svolta alla stagione fin lì deludente. I risultati che faticano ad arrivare e il gioco assente portano quindi alla decisione di esonerare Boscaglia che lascia il posto al suo vice Giacomo Filippi. L’ex secondo allenatore riuscirà a fare meglio portando il Palermo al settimo posto in classifica e fermandosi agli ottavi di finale dei playoff contro l’Avellino.
Ciò che però sposta l’attenzione dal risultato sportivo, negli uffici di Viale del Fante, è la questione societaria, in particolare il rapporto tra i due soci Mirri e Di Piazza. Il troppo potere decisionale del primo oscura l’opinione del secondo. Sembra essere questo il motivo del malcontento dell’imprenditore italo americano, che infatti trascinerà Mirri fino in tribunale, chiedendo il sequestro conservativo delle quote di Hera Hora, il gruppo proprietario dei rosanero.
2021/2022, la stagione dei ritorni: Baldini e la Serie B
Dopo il buon finale di stagione 20/21 e quanto di buono fatto ai playoff, quella appena finita era iniziata con la voglia da parte della società di essere protagonista. L’esordio con il Latina fa ben sperare, ma si sa…la normalità non è una caratteristica del Palermo. Durante l’estate i tifosi avevano dovuto salutare il beniamino della stagione precedente: Lorenzo Lucca, andato a Pisa a sfiorare una storica promozione in A. Ciò che però i tifosi non sapevano è che dalla Juventus sarebbe arrivato un giocatore semi sconosciuto, che avrebbe fatto la fortuna della squadra. Come al solito il tifoso palermitano parte sempre con scetticismo. “Ma chistu cu è?”, “Ha segnato poco”, sono le frasi che accompagnano l’arrivo di Matteo Brunori. Il tifoso rosanero però, dopo lo scetticismo, domenica dopo domenica, passa all’innamoramento. Brunori segna a raffica e vince la classifica marcatori.
Tuttavia il Palermo non convince, troppi alti e bassi e il gioco fatica ad essere fluido. Così nel giorno di Natale la società decide di sollevare dall’incarico Filippi chiamando al suo posto Silvio Baldini. Per il mister di Carrara, si tratta di un ritorno, dopo che nel 2003 era stato esonerato, da secondo in classifica, da Zamparini. Fin dalla prima conferenza si intuisce quanto l’allenatore abbia voglia di completare un lavoro iniziato circa 18 anni prima. La squadra continua ad alternare buone prestazioni a inspiegabili scivoloni, ma qualcosa sembra essere cambiato.
Ciò che sorprende però è la ferma convinzione del mister rosanero ad ogni post partita: “Noi andremo in B”. La parola d’ordine diventa “destino” quasi a voler trovare qualcosa di ultraterreno nel suo percorso. E proprio il destino vuole che la prima squadra che il Palermo affronta ai playoff sarà la Triestina. La mente riporta subito a quel 29 maggio del 2004 e a quel Palermo di Zamparini, che qualche mese fa si è spento all’età di 80 anni. Il playoff riporta lo stadio pieno, come se la gente avesse capito che “si, vale la pena andare a tifare Palermo”. Più di 32 mila contro la Triestina, più di 33 mila contro l’Entella fino al pienone contro Feralpisalò e Padova. Risultato o destino (come preferisce Baldini), Palermo in B e festa grande.
Il futuro…
Pensavate veramente fosse finita qui? Finita la festa, ma ancora con l’entusiasmo nel cuore, adesso è momento di pensare al futuro. Perchè da aprile, in città, non si fa che parlare di altro. Il Palermo è in procinto di passare in mano alla holding City Football Group, dello sceicco Mansour, non che proprietario del Manchester City. Adesso si apre una nuova era, tutta da vivere, senza mai dimenticare che l’aquila una volta spiccato il volo è capace di non fermarsi più. Godetevi questa promozione, godetevi questo entusiasmo e godetevi questo nuovo Palermo.
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