Palermo – Perché Santa Rosalia è così amata: la leggenda e la vera storia
Oggi è il giorno di Santa Rosalia, il giorno in cui Palermo venera la sua patrona, la sua santa protettrice a cui tutti i palermitani, almeno una volta nella vita, si sono rivolti chiedendo aiuto o protezione. Anche il Palermo calcio rende omaggio alla Santa, con l’immagine che vi mostriamo in copertina.
Ma, per i pochi che non la conoscono, vogliamo sintetizzarvi la storia di Rosalia Sinibaldi, poi diventata la nostra amata Santa Rosalia. Nasce nel 1130 ed ha nobili origini: il padre è il conte Sinibaldo Sinibaldi, la madre Maria Guiscardi, nipote del re Ruggero II di Sicilia. Trascorre l’infanzia in agiatezza e ricchezza presso la corte di Ruggero e la villa paterna, nel quartiere dell’ Olivella.
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La storia narra che un giorno il principe Baldovino salvò il Re Ruggero da un feroce leone e il Re per ricambiare il gesto chiese a Baldovino cosa volesse in regalo. Il principe indicò la bellissima Rosalaia chiedendola in sposa. Il giorno prima delle nozze però, guardandosi in uno specchio, Rosalia vide anche l’immagine di Gesù: decise di non sposarsi e di dedicarsi alla vita religiosa abbracciando la fede.
L’eremitaggio …
A 15 anni lasciò il Palazzo Reale e si ritirò presso la Chiesa del Santissimo Salvatore ma siccome era continuamente pressata dai genitori e dal principe Baldovino affinchè tornasse indietro nella sua decisione, si rifugiò in una grotta nei possedimenti del padre, vicino Santo Stefano Quisquina. Qui visse 12 anni prima che la Regina Sibilia autorizzasse il suo ritorno a Palermo dove Rosalia andò ad occupare un’altra grotta, a Monte Pellegrino dove morì a soli 40 anni ma in serenità: era il 4 settembre del 1170.
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Le origini del culto …
Ma da dove viene il culto per Santa Rosalia? Come molti palermitani sapranno, questo è legato alla peste che scoppiò a Palermo nel 1625, portata da una nave che proveniva da Tunisi.
Il 7 maggio 1624 presso l’antico altare dedicato alla Santa, sul Monte Pellegrino, successe un fatto straordinario: ad una donna in preghiera fu svelato con una visione, il luogo dove si trovavano i resti della Santa. Trovati il 15 luglio, furono portati all’ arcivescovo di Palermo.
Altro episodio, il 13 febbraio 1625 quando la Santa apparve a Vincenzo Bonelli, che viveva barattando mobili vecchie che dopo aver perso la giovane moglie quindicenne a causa della peste, era salito sul Monte Pellegrino con l’intento di gettarsi giù dal precipizio.
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Poco prima del suo triste gesto, gli apparve una splendida figura di giovane donna pellegrina, bella e di grande splendore, che lo dissuase dal suo proposito, portandolo giù con sé al fine di mostrargli la sua grotta. Gli disse di riferire al cardinale Giannettino Doria che si smettesse di fare dispute o avere dubbi sulle sue reliquie e che venisse portata in processione così che la peste si fermasse. Aggiunse poi al povero Bonelli che lui stesso si sarebbe ammalato di peste e sarebbe morto.
Il riconoscimento …
Bonelli riferì tutto alle autorità ecclesiastiche e lo stesso cardinale di Palermo, constatando l’effettiva malattia e morte del Bonelli, gli diede credito, organizzò una processione con le reliquie trovato l’anno prima e Palermo fu effettivamente liberata dalla peste. Ecco perché il 15 luglio è giorno di festa dedicato alla Santa. Il 4 settembre invece, giorno della morte di Santa Rosalia, si celebra il culto dell’acchianata a Monte Pellegrino con relativa visita al luogo dove fu scoperto il suo corpo incastonato in un involucro di roccia cristallina. Viva Palermo e viva Santa Rosalia
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