Palermo, da un punto di vista turistico, ha conquistato i visitatori complice il sold out registrato nelle strutture ricettive e nei luoghi di villeggiatura. Ciò rappresenta un grande traguardo per il capoluogo siciliano che, però, ha ben poco da festeggiare visto il continuo aumento dei rifiuti che sommergono la città.
Patrimonio UNESCO
Le bellezze palermitane sono ben note: da sempre il capoluogo siciliano è meta di visitatori per l’arte, la cultura e il buon cibo. Tutti elementi che un vacanziere si aspetta di trovare per una permanenza da sogno. Ma tra i tanti problemi che necessitano di un intervento utile, per evitare recensioni negative, c’è sicuramente quello riguardante i rifiuti.
Giorni fa La Repubblica ha riportato la delusione e l’insoddisfazione di molti turisti che, proprio a causa dei rifiuti, hanno lasciato la città con la promessa di non farvi mai più ritorno. “La spazzatura gettata per strada, proprio accanto la spiaggia, non ti invita di certo a tornare”. “Mi sembra di stare in India, ma coi prezzi di Roma”. E ancora: “Una bottiglia di birra o di plastica ogni due passi, non mi era mai successo!” , “Ottimo alloggio, soprattutto per il collegamento con l’aeroporto, ma la puzza d’immondizia è disgustosa!”.
Queste sono solo alcune delle recensioni negative nei vari portali turistici e, di certo, a soffrirne maggiormente sono proprio gli albergatori e gli organizzatori che passano la stagione a sacrificare tempo per esaudire i desideri dell’ospite, ma si ritrovano a dover ricevere giudizi impietosi. Inevitabile la disperazione e il disagio delle figure competenti che vivono ogni giorno una situazione critica.
A tal proposito si sono espressi anche i vertici del settore. Tra tutti Silvana Mangano, membro del direttivo Aigo Palermo, che ha dichiarato: “Distogliamo il più possibile i turisti dalla sporcizia, raccontando quanto di più bello offre questa città. Ma Palermo è ingiustificabile”. “Sono almeno una ventina i luoghi critici di abbandono di rifiuti solo a Palermo e dintorni. Si può lavorare sulle cattive abitudini, migliorando i servizi. I turisti ci chiedono solo rispetto per la nostra stessa terra” – fa eco il presidente Otie Giovanni Ruggeri.
Tmb di Bellolampo in tilt
Allarmante anche la situazione all’interno della Rap, in cui un solo dipendente sarebbe in grado di utilizzare il Tmb (trattamento meccanico biologico). Questo è ciò che fa sapere la stessa azienda, che afferma: “Dall’appello interno a cui nessun dipendente ha risposto è emerso come nell’azienda non ci siano figure idonee a condurre l’impianto”. Nell’ottica trattamento rifiuti, dunque, le sorti della città pare siano nelle mani di una sola figura competente. L’eroe della spazzatura, però, non sembra essere così intrepido verso la pulizia cittadina infatti, mesi fa, è stato sollevato dall’incarico di responsabile. Motivo? Aver utilizzato il badge aziendale in modo fraudolento. In pochi mesi, senza i suoi servigi, la città ha visto proliferare ettari di spazzatura. A peggiorare ulteriormente la situazione il mal tempo registrato negli ultimi giorni che ha provocato intoppi negli impianti fognari e ingorghi nelle strade. L’addetto, però, è tornato sul posto di lavoro, reintegrato da Girolamo Caruso (amministratore unico Rap), alla luce della carenza di personale.
Inciviltà dei cittadini
Il mese di agosto sta dando filo da torcere ai dipendenti della Rap, i quali, nel giro di pochi giorni, si sono trovati a dover raccogliere tonnellate di rifiuti ingombranti. La città sembra un insieme di discariche abusive che competono con Bellolampo. Eppure, quando i siciliani si trovano nelle vesti di turisti all’estero si meravigliano della “pulita e verde erba del vicino”. Perché in casa propria ciò non avviene? Analizzando le recensioni dei turisti stranieri, viene fuori una popolazione che non rispetta il proprio habitat. Ai loro occhi risultiamo benedetti per poter essere dei “turisti per sempre”, vivendo nell’isola per cui vale la pena fare chilometri di strada e ore di volo. La verità è che il patrimonio culturale è di ogni cittadino del mondo. I turisti devono tornare, perché hanno il diritto di conoscere e visitare. L’inciviltà non può fermare visitatori assetati di conoscenza. Dunque quei giudizi possono essere critiche costruttive per non permettere un “turismo di non ritorno”.
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