L’estate palermitana è stata caratterizzata da una serie di denunce. Dopo i cimiteri stracolmi di bare e le lamentele dei turisti per la spazzatura, ecco che un’altra polemica chiude un ciclo di drammi pubblici. Il documento di riconoscimento per eccellenza rischia di diventare un biglietto della lotteria. Questa la lamentela dei palermitani che, a causa delle lunghe attese, sono costretti a rinunciare alla carta di identità.
Ogni distretto comunale pare stia riscontrando seri problemi nel concedere tessere di riconoscimento. Prenotare un appuntamento all’ufficio anagrafe è diventato il nuovo incubo dei cittadini, i quali, si ritrovano a fronteggiare peripezie burocratiche e interminabili aspettative.
Durante il lockdown si era adottata la linea delle prenotazioni online per evitare assembramenti negli uffici, ma tutto ciò ha creato ulteriori disagi poiché, adesso, gli impiegati si ritrovano a dover smaltire la grande quantità di richieste fatte dai cittadini durante la pandemia. Se inizialmente il comune attribuiva l’inconveniente al lavoro di smartworking, oggi, la situazione non sembra essere migliorata. Inoltre, una seria carenza di personale comporta delle attese che vanno dai due mesi ad un intero anno.
Cause del disagio negli uffici
L’insostenibile condizione non è passata inosservata al neo sindaco Roberto Lagalla, il quale si ritrova a dover ricomporre i cocci di una città ormai devastata. Un’altra rogna, quindi, si appresta a lasciare il posto a delle soluzioni. Questa sarebbe l’intenzione dell’assessore Dario Falzone, che, nei giorni scorsi, ha voluto studiare bene il caso: “Proprio i questi giorni, ho eseguito una ricognizione del personale e procederemo con una riorganizzazione. Ci sono postazioni decentrate e uffici svuotati dai pensionamenti. Alcuni, come quello di via Fileti all’ottava circoscrizione, non rilasciano carte di identità perché mancano personale e strumenti tecnici per collegarsi con il ministero all’interno che dà l’autorizzazione finale.
Palermo, soluzioni per ridurre le attese per la carta d’identità
A quanto pare, le idee per ristabilire la normalità negli uffici non si sono fatte attendere. Infatti, tra le ipotesi in atto ci sarebbero l’eliminazione dell’obbligo di prenotazione online, l’accorpamento di postazioni vicine e l’aumento delle ore lavorative per gli impiegati part-time.
“Ci sono dipendenti che hanno contratti da 13 ore settimanali, potremmo aumentarle per allungare l’ apertura degli uffici. Ma abbiamo anche un problema generazionale: molti dipendenti sono sulla via della pensione e abbiamo difficoltà a sostituirli”. Queste le parole dell’assessore Falzone, il quale mostra le difficoltà di una città sempre più vittima di una mala gestione dei servizi.
Dunque, è inaccettabile, oggi, che un cittadino di un Paese civile possa essere sprovvisto di carta di identità: nel mondo, molti i popoli che lottano per avere un documento che ne identifichi la persona, come diritto umano. A Palermo, purtroppo, si può diventare un clandestino nella propria patria per incompetenza organizzativa.
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