Palermo – Manca l’identità, manca l’amalgama e soprattutto manca un leader.
La psicologia di gruppo ci insegna che un team, una squadra ma anche una famiglia non sono soltanto la somma aritmetica, astratta e fredda dei singoli componenti ma qualcosa di più qualcosa che ha un suo corpo, una sua un’identità cioè che cammina con i suoi piedi. Sempre dalla psicologia di gruppo apprendiamo che tutti gli sport collettivi si fondano soprattutto sulla compattezza del gruppo, da intendersi non soltanto come reciproco rispetto e stima dei componenti ma soprattutto come identità, come avere un’anima collettiva.
A questa squadra manca ancora l’elemento più importante
Tutto questo al nuovo Palermo non possiamo certo chiederlo subito, visto che la squadra è stata assemblata da pochissimo tempo e 9/11 dei nuovi arrivati sembra possano acquisire il ruolo di titolare. Non si può pretendere cioè che la squadra trovi la sua anima e la sua identità dopo pochissimo tempo; Baldini impiegò quattro mesi per trasformare una normale squadra di serie C in un rullo compressore che vinse i playoff e che trovò proprio nello spirito di gruppo quel valore aggiunto, quel qualcosa in più che gli consentì il raggiungimento del prestigioso traguardo della promozione.
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Purtroppo Corini non avrà tutto questo tempo perché il campionato corre veloce e non aspetta. E ieri a Reggio Calabria tutti questi elementi fondamentali per un gruppo possono essere chiamato in causa per spiegare la sconfitta contro una buona formazione tutt’altro che stratosferica. I tempi per trovare la giusta identità sono piuttosto ristretti, diciamo che dopo la pausa del 24 settembre e quindi ad inizio ottobre il tecnico rosanero dovrà aver trovato le giuste misure, la giusta quadra.
E ora non buttiamo a mare pure il bambino
Chi può essere il nuovo leader?
Ma un gruppo, una squadra, un team, da sempre hanno bisogno di un leader ed il Palermo dello scorso torneo lo aveva trovato in De Rose. Leader che manca ancora a questa squadra perché è composta soprattutto da elementi appena arrivati e che intanto devono conoscersi e farsi conoscere innanzitutto sul piano personale. E questo sembra un altro elemento importantissimo affinché un gruppo di buoni giocatori diventi una squadra. Non sappiamo chi possa essere il futuro leader del Palermo, è difficile dirlo e non sempre un leader si identifica con la fascia da capitano anche se questo è frequente. Che possa essere Brunori o Floriano o qualcuno dei nuovi saranno le dinamiche e le intuizioni del tecnico a stabilirlo.
Quello che sappiamo è che non c’è tanto tempo e bisogna accelerare per recuperare quello perduto in estate per le note vicissitudini che hanno accompagnato la costruzione di questa squadra.
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