Francesco Di Mariano, nuovo calciatore del Palermo, si è presentato questa mattina ai microfoni della sala stampa del Renzo Barbera. Tante le domande per l’attaccante ex Lecce: dal ritorno nella sua citta natale all’ultima promozione con la squadra pugliese, fino al ritorno della maglia numero 10 ad un calciatore palermitano. Ecco di seguito le primissime parole di Di Mariano da calciatore del Palermo.
LE DICHIARAZIONI DI DI MARIANO
Sulla scelta di venire a Palermo
“La trattativa è iniziata quando è cambiato l’allenatore e si sono intensificati i contatti. Sentire tanta positività sia dal mister che dal direttore mi ha spinto a venire qui. Venire qui da palermitano, in questa rinascita, è stato bello, volevo farne parte. Il momento? Io in B ne ho passate tante in questi anni, al momento siamo solo all’inizio, stiamo crescendo e siamo tutti nuovi. Stiamo cercando di creare coesione e identità. Non è una frase fatta ma la verità. Bisogna lavorare sugli errori, è l’unica cosa che si può fare, guardando ai lati positivi ed è l’unica strada. Lavorare e credere in quello che facciamo”.
Sul passato e sulla condizione fisica
Sulle speranze di indossare la maglia del Palermo in passato: “Sono stato in passato accostato al Palermo, quando avevo 13 anni. Sin da piccolo sono stato in prova, un mese e mezzo. In quel periodo volevo solo divertirmi, è arrivato il Lecce ed ho firmato subito. Il primo anno a Venezia mi sono infortunato, lo scorso anno ho fatto 6 gol ma anche lì mi sono poi infortunato e sono stato fuori due mesi. Un giocatore non si vede solo nei dati, ma sicuramente sono dati che voglio migliorare. Ma oggi è un calcio moderno, con corsa e sacrificio per i compagni. Per me questo è importante, sacrificio e dedizione quando serve. Questo mi fa peccare di lucidità davanti alla porta. Sono ora in uno staff preparatissimo e punto a migliorarmi ogni giorno, chiedendo consigli anche a Mario Santana che credo possa aiutarmi tanto sulla finalizzazione”.
Sulle emozioni provate al Barbera e sul numero di maglia
“Emozione fortissima al Barbera, non pensavo. Stare in campo con la maglia rosanero da palermitano è stato incredibile. Essere qui è un onore, per quanto riguarda il numero credo che al giorno d’oggi la responsabilità non la si deve avere per numero o nome, lo si deve avere per quello che abbiamo davanti (stemma del Palermo). Chiunque indossa questa maglia ha una responsabilità, a prescindere da dove viene”.
Sui progetti futuri con il Palermo
“Sono cresciuto nella scuola calcio di mio zio, ma l’ho vissuto poco perché era sempre in giro. Io non credo di essere qui perché sono suo nipote, ma perché sono palermitano e sono Francesco Di Mariano. Non per altro. Serie A mancata? Me lo sono chiesto, ma a Venezia non abbiamo trovato l’accordo finale, e quando è arrivato il Lecce sono andato lì. A Lecce è stato inaspettato, invece, ma ne prendo atto e ne faccio un punto di forza. Il Palermo non è meno di Lecce. Vero, siamo una società e squadra nuova, ma per me è un onore. Spero di arrivare fino al vertice con questo Palermo, quando si costruisce una casa si parte dalle fondamenta e ne faccio parte. E spero di arrivare al tetto”.
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