E ora non buttiamo a mare pure il bambino

Palermo – E ora non buttiamo a mare pure il bambino

Veramente il detto completo sarebbe: non buttiamo a mare l’acqua sporca con tutto il bambino. Un modo per dire di non generalizzare e distruggere tutto senza salvare niente; di fare di tutta l’erba un fascio. Nel caso del Palermo si potrebbe dire … non buttiamo a mare l’acqua sporca con tutta la creatura. Perché, simbolicamente, di creatura trattasi, di nuovo soggetto appena nato e dunque da non buttare a mare in maniera incondizionata. Già, perché lo sport preferito a Palermo è quello di osannare o distruggere tutto nel giro di poche ore. Dalle stelle alle stalle in pochissimo tempo. Impazienza e fretta di ottenere tutto e subito. Un difetto molto siciliano che anche nel calcio si esprime attraverso l’impazienza e l’incostanza dei giudizi a volte troppo frettolosi e ingenerosi.

A questa squadra manca ancora l’elemento più importante

Questo per dire che la partita di ieri è stata davvero brutta, la prestazione assolutamente da dimenticare e la sconfitta più che meritata. Una prestazione incolore, inodore e insapore, proprio come l’acqua. E dunque l’analogia col nostro titolo ci sta tutta. Una prestazione inconsistente e impalpabile e non può essere figlia di questo organico. Perché i giocatori, presi singolarmente, sono di categoria, di livello e di qualità, dunque c’è qualcosa che bisogna aggiustare al di là della tecnica. Ed è l’armonia, il diventare squadra, il saper cosa fare e cosa fanno i compagni.

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Avere un’idea di gioco precisa e schemi consolidati. E per una creatura appena nata ci vorrà tempo, che però non deve diventare un alibi perché il campionato non aspetta e bisogna fare in fretta. Bisogna avere relativa pazienza e non bisogna distruggere organico e rendimento, perché il primo è buono, il secondo molto brutto. Ma non sarà sempre così, non può essere…

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