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Corini, il tempo che è finito e la fiducia che (inspiegabilmente) continua

palermo corini

Nel calcio, il tempo c’è. Ma a volte, questo, finisce. E non ci sarebbe nulla di male nell’ammettere che, ad oggi, quello di Corini è un clamoroso fallimento. Lo dicono i numeri, che nel calcio danno, quasi sempre, le risposte adeguate. Il Palermo aveva due partite casalinghe contro Pisa e Cittadella. Due occasioni da cogliere al volo, per ribaltare un periodaccio in cui non ha funzionato praticamente nulla. Contro due squadre che, proprio come i rosanero, lottano per non retrocedere (almeno per ora). Due match point per risanare un ambiente che dal punto di vista mentale era (ed è) a pezzi.

Corini, la fiducia che continua e le dichiarazioni che fanno preoccupare

Un ultimatum mascherato, visto che per la società non lo è mai stato, ma per i tifosi e addetti ai lavori obiettivamente sì. Perchè nelle ultime due settimane il minimo richiesto era ottenere 4 punti. Come farlo, poi era solo un surplus. Un qualcosa in più di cui al momento non preoccuparsi. Certo che se però arrivano solo 2 punti, mettendo in vetrina una pochezza di idee tale, allora è strano come una decisione non venga presa da City Football Group. E non certo perchè Corini non sia un bravo allenatore. Sia chiaro. A volte le cose non funzionano per diversi fattori. Ma nel calcio se non arrivano i risultati, paghi. E a farlo è l’allenatore, per non mandare via almeno 20 calciatori della rosa.

“Vedo dei miglioramenti, abbiamo creato tanto e se c’era una squadra che doveva vincere era la nostra”. Se poi arrivano queste dichiarazioni di Corini a fine partita, si ha la sensazione che facciano più male queste che non la pochezza del gioco espresso in campo. Perchè qualcosa in più si è vista nell’aggressione sul portatore di palla, sui termini di grinta, passione e orgoglio. Ma non sul piano della manovra, dove qualcuno ha trasformato occasioni “potenziali” in clamorose opportunità per far gol. La verità è che, alla fine, oltre alla traversa di Di Mariano su calcio di punizione e il tap-in da due passi di Valente disinnescato da Kastrati, il pubblico ha assistito ad una pochezza di idee impressionante. Sì, proprio quel pubblico che, anche contro il Cittadella, ha risposto presente: oltre 18.000 spettatori al Barbera.

Le ultime opportunità, City Football Group lo sa bene

Ci si aspettava un “mea culpa”, una presa di posizione. Invece nulla. Corini attua una strategia comunicativa che fa capire come tutto sia sotto controllo. Invece non è così. Lo dimostrano (per tornare ai numeri, fonte di verità) i 15 gol subiti in 10 partite, i soli 9 gol fatti, le due sole vittorie in campionato. L’ultima, quella del 9 settembre contro il Genoa, alla 5° giornata (a questo punto, assolutamente casuale). L’ultimo pareggio, contro una squadra che già al 12′ perdeva tempo ed è venuta a Palermo per portare lo 0-0 a casa. E ci è riuscita, soffrendo neanche più di tanto. Incredibile ma vero. L’impegno, certo, non è mancato. Ma il lavoro, quello no, non si riflette poi sul campo. Non c’è un’identità, non c’è qualcosa di studiato. C’è la disperazione, che manda il pallone in avanti e produce azioni confusionarie. C’è, poi, un evidente paura a far gol. Paura di sbagliare.

Insomma, Corini ha il tempo contato. E anche una società solida e innovativa come City Group, lo sa bene. Modena, o forse Parma, le ultime opportunità. Perchè se contro il Pisa c’era stato qualche timido applauso, contro il Cittadella 18.000 persone hanno fischiato. Più forte che si poteva. A rompere i timpani, a contestare con verve. E “Hanno ragione”, ha detto sempre Corini in conferenza stampa. Non dominare contro il Cittadella (che ha pure sfiorato in due occasioni il gol del vantaggio) è stata la mancanza più grave in assoluto. Bastava applicare alcuni concetti (quali?) per vincere contro Gorini e la sua banda. Un provvedimento (forte) andrebbe preso. Perchè i risultati non arrivano e oggi il Palermo sarebbe retrocesso in C senza nemmeno passare dai playout. No, peggio di così non potrebbe andare.

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